adesso è in uscita proprio in questi giorni per Stampa Alternativa.
Un esordio letterario a quasi sessant’anni non è affatto scontato, soprattutto, poi, con un testo insieme duro e delicato, in cui questa infermiera professionale che vive in provincia di Varese, ha rivelato di essere tornata al suo mestiere, dopo anni di interruzione, quando aveva già cinquant’anni. “Volevo fare l’ostetrica”, dice a un certo punto nel libro, e invece si è ritrovata a somministrare medicine agli anziani ospiti di tre diverse case di riposo, correndo di qua e di là con il suo carrello e fermandosi, quando possibile, ad ascoltare le loro storie, diventate gli intensi ritratti che si susseguono in tutti i capitoli.
L’autrice parla però anche di organizzazione del lavoro, di quotidianità, di parenti, di tempo libero, conducendoci nel mondo delle case di riposo visto con gli occhi di chi vorrebbe dare un aiuto non solo tecnico ai suoi assistiti. La sua è una visione necessariamente parziale, Silvina ne è consapevole, ma scritta anche “con la pancia”, precisa nell’introduzione, a beneficio anche di chi, volente o nolente, sta entrando in contatto con questo mondo e non sa come orientarsi.
Grazie, Paolo!
è davvero un bel libro, scritto benissimo, con il cuore. buoni giorni
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grazie a te per la tua presentazione della biografia
buone ore
paolo
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