Domenico Di Virgilio (Pdl) sul progetto di legge sul testamento biologico

Entrando maggiormente nello specifico della proposta quali sono i punti che per lei, relatore, sono fondamentali e quindi irrinunciabili?
Io dico sempre che il testo va letto a partire dal titolo, ovvero: “Alleanza terapeutica, consenso informato, dichiarazioni anticipate di trattamento”. Questi sono i punti fondamentali dai quali discendono tre no convinti: no all’eutanasia, no all’accanimento terapeutico e no all’abbandono terapeutico. Punto, quest’ultimo, che viene trascurato da molti perchè i pazienti che cercano in noi medici un aiuto anche psicologico non possono essere abbandonati. Lo ripeto, questa legge ha come obiettivo il prendersi cura del paziente, quando le cure non possono più nulla.

Uno dei punti più controversi riguarda l’idratazione e la nutrizione.
Noi non siamo disponibili a considerarli rimedi terapeutici e quindi come tali non possono essere sospesi se non in condizioni terminali. Da medico, in tutti questi anni di professione, non ho mai visto nessuno morire per essere stato idratato e nutrito. Viceversa qualora idratazione e nutrizione venissero sospese si andrebbe incontro a morte certa per fame e sete. Vogliamo che il cittadino, giunto alla fine della sua vita, muoia per una sua patologia e non perchè gli viene sottratto un elemento di sostegno vitale. Questo è il motivo per cui crediamo che non possano essere interrotte se non nella fase terminale della vita, come da me proposto in Commissione, quando queste risultano addirittura controproducenti o dannose per il paziente. Non essendo rimedi terapeutici la conseguenza è che non possono far parte delle dichiarazioni anticipate di trattamento.

Idratazione e nutrizione non possono essere oggetto di Dat perchè non considerate atti medici. È però vero che solo un medico, e anche molto esperto, è in grado di inserire un sondino naso-gatrico, una peg (Gastrostomia endoscopica percutanea), o una fleboclisi ad un paziente che non è più in grado di nutrirsi autonomamente.
Il medico serve solo all’inizio, il mantenimento lo fanno i familiari come sappiamo dall’esperienza. Sono i familiari che si prendono cura della persona cara quando non esistono altre cure. Prendersi cura significa proprio questo: idratarli e nutrirli anche se per via artificiale per sonda, per peg o per fleboclisi. Questo non significa rimedio terapeutico, perchè nessuno, lo ripeto, è mai deceduto per essere stato idratato e nutrito. Al contrario muoiono se smettiamo di nutrirli.

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QS – Quotidiano Sanità: Governo e Parlamento – Biotestamento/2. Di Virgilio (Pdl): “Non potevamo lasciare il fine vita in mano alla Magistratura”.

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