Con Anatomia delle Brigate Rosse Alessandro Orsini non scrive una pura e semplice storia delle Brigate rosse, ma realizza uno studio – estremamente convincente e ben documentato, oltre che di grande leggibilità – dei presupposti psicologici e ideologici che ne hanno resa possibile la nascita e che hanno funzionato da motore per le azioni dei terroristi italiani a partire dall’inizio degli anni Settanta. Comunque, per entrare nella mentalità dei brigatisti, Orsini attinge, oltre che alla letteratura sul radicalismo politico e sul terrorismo, anche a varie fonti dirette: comunicati e rivendicazioni prodotti dalle Brigate rosse, interviste rilasciate dai brigatisti, deposizioni davanti ai magistrati inquirenti, libri e autobiografie, lettere private scritte dai brigatisti ai loro famigliari.
La tesi centrale di Alessandro Orsini è che le Brigate rosse s’inseriscono in una lunga tradizione storica che chiama gnosticismo rivoluzionario. La mentalità gnostica – termine derivato dall’ambito religioso, perché è di questo stesso tipo di mentalità che partecipa il brigatista – è caratterizzata dall’attesa della fine, dal catastrofismo radicale (e quindi dal rifiuto totale del mondo) e dall’ossessione per la purezza
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