Atlante del mondo che cambia. Le mappe che spiegano le sfide del nostro tempo di Maurizio Molinari (Rizzoli) (ore 18). Ferruccio de Bortoli sul Corriere della Sera: «Il direttore di Repubblica affronta, con l’abituale chiarezza espositiva, le otto grandi emergenze del pianeta – dai conflitti armati alle disuguaglianze, dal riscaldamento climatico al razzismo – con l’ausilio costante dell’infografica. È un interessante e innovativo esperimento di data journalism. I grafici contano più delle parole. Ma ciò non toglie nulla alla profondità del racconto, all’indagine sulla complessità dei fenomeni e alla loro articolazione tra cronaca e storia. […] “Le mappe sono le compagne d’avventura di ogni pioniere – scrive Molinari –. Hanno consentito all’umanità, nelle epoche più diverse, di vedere oltre l’orizzonte”. E nell’era dei big data sono una sintesi necessaria per non naufragare nell’abbondanza dei segnali. Nell’analisi di Molinari vi sono quattro tipi di conflitti: quelli armati tra Stati, milizie e clan tribali, il terrorismo, le guerre cibernetiche e le contrapposizioni sull’uso delle risorse naturali. La rivoluzione digitale è stata un detonatore di cui non abbiamo ancora compreso la portata. Ciò ha fatto sì, per esempio, che l’odio jihadista e quello neonazista o suprematista si alimentassero a vicenda e utilizzassero le stesse modalità operative ed espressive. Sono il veleno della violenza che tracima nel linguaggio pubblico, lo assedia e lo corrompe, trasforma gli avversari in nemici. Richiede contromisure che non abbiamo ancora perfettamente individuato. È una delle sfide più impegnative dell’Occidente. Un grafico chiarisce che la maggioranza degli attacchi hacker, diretti a inquinare il dibattito delle democrazie occidentali, a spiare segreti e brevetti, proviene da tre Paesi: Russia, Cina e Iran. La geopolitica del gas – che spiega per esempio l’attivismo del presidente turco Erdogan nel Mediterraneo – è la chiave degli equilibri futuri nel mercato dell’energia. Di gas naturale, ne abbiamo anche noi nell’Adriatico, ma facciamo finta di non vederlo, restando così dipendenti ed esposti a fornitori infidi, come Mosca» (leggi qui, e qui un estratto).