«“Si è tirata addosso una stufetta ma non sembrava nulla di grave, era tornata a giocare”. Parole che Gabriel Robert Marincat, operaio romeno di 25 anni che accudiva la bimba di 18 mesi della sua compagna, ha ripetuto alla mamma della piccola, alla nonna e poi pure ai carabinieri dopo che Sharon è morta all’ospedale di Bergamo, dove l’11 gennaio era stata trasportata in condizioni disperate. Ma la versione dell’incidente domestico si è sgretolata sabato mattina. L’uomo è stato infatti arrestato con l’accusa di maltrattamenti e violenza sessuale. La bimba sarebbe stata picchiata ripetutamente e avrebbe subito anche abusi sessuali. L’autopsia, disposta dalla Procura di Como, svela segni che per gli esperti sarebbero inequivocabili di maltrattamenti e abusi sessuali ripetuti e prolungati nel tempo. Il corpo della bimba di un anno e mezzo era martoriato da lesioni ed escoriazioni “non compatibili con cadute accidentali e risalenti anche a periodi precedenti”. I successivi accertamenti dei carabinieri sono sfociati nell’arresto di Marincat, operaio in un’azienda della zona e da tempo compagno della mamma di Sharon, con la quale ha vissuto fino a pochi giorni fa a Cabiate, nell’appartamento in cui è avvenuta la tragedia. I carabinieri lo hanno fermato in casa della madre, a Lentate sul Seveso (Monza Brianza) dove si era trasferito nei giorni scorsi, dopo la fine della relazione con la compagna» [Campaniello, CdS].
La mamma di Sharon, Silvia Barni, ha 24 anni.
L’ha ripubblicato su Il mio viaggio.
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