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Orsini, l’Ucraina e la retorica su Putin | Il Caffè di Massimo Gramellini- Corriere.it
Noi orsiniani della prima ora siamo affascinati dalla dialettica sinuosa del professor Orsini, che, depurata dall’uso ossessivo di «Signori miei» e «Il punto fondamentale è…», funziona più o meno così.
Io detesto Putin, nessuno lo detesta quanto me, ma lui è dominante e sta sventrando l’Ucraina… Io sono un amante degli Stati Uniti, nessuno è più atlantista di me, però, come ho più volte dimostrato, è tutta colpa della Nato… Io mi sento europeo, lasciatemi dire che nessuno apprezza l’Europa più di me, ma l’Italia farebbe meglio a uscire momentaneamente dalla Ue per trattare coi russi… E gli ucraini? Io soffro per gli ucraini, nessuno soffre per loro quanto me, però devono accettare di perdere un pezzo del Paese pur di evitare altro sangue…
(Non è chiara la ragione per cui i tagliagole ceceni al servizio di Putin, rimasti padroni del terreno, dovrebbero rinunciare a infierire sugli ucraini, come non è chiaro chi concretamente potrebbe loro impedire di farlo: forse Orsini medesimo).
Io sono per l’autodeterminazione dei popoli, nessuno eccetera eccetera, ma è più importante salvare i bambini, come mi chiedono le mamme di Mariupol… (che dai bunker vedono la tv italiana e hanno la mail di Orsini).
Io sono antifascista, nessuno è più antifascista di me, eppure mio nonno durante il fascismo ha avuto una vita felice…
Adoro questo modo di argomentare e voglio subito farlo mio: io sono un fan dell’Orsinese, nessuno lo è più di me, però penso che il professor Orsini sia un gran paraculo.