La Corte Costituzionale abroga l’articolo 553 del Codice penale che vieta l’incitamento e la propaganda di pratiche contro la procreazione, 1971

Il 10 marzo 1971, la Corte Costituzionale italiana ha abrogato l’articolo 553 del Codice Penale, che vietava l’incitamento e la propaganda di pratiche contraccettive.

Questo articolo, introdotto negli anni ’30 con il Codice Rocco, era parte di una normativa che rifletteva le politiche nataliste del regime fascista e puniva chiunque diffondesse informazioni sui metodi anticoncezionali[1][2].

Contesto storico e sociale

La decisione della Corte è stata il risultato di un’azione politica significativa, portata avanti dall’AIED (Associazione Italiana per l’Educazione Demografica), che ha utilizzato forme di disobbedienza civile per promuovere i diritti riproduttivi e l’accesso alla contraccezione.

Prima dell’abrogazione, la legge impediva non solo la contraccezione, ma anche la semplice informazione su di essa, contribuendo alla diffusione di aborti clandestini e a una cultura di silenzio attorno alla salute riproduttiva[1][2].

Impatto della decisione

L’abrogazione dell’articolo 553 ha segnato un cambiamento significativo nella legislazione italiana, aprendo la strada alla commercializzazione della pillola anticoncezionale e consentendo alle donne di esercitare un maggiore controllo sulla propria sessualità e salute. Questo evento è considerato un passo cruciale verso la modernizzazione dei diritti delle donne in Italia e ha avuto un impatto duraturo sulle politiche familiari e sulla pianificazione familiare nel paese[1][2][3].

In sintesi, l’abrogazione dell’articolo 553 rappresenta un momento fondamentale nella storia dei diritti civili in Italia, evidenziando il passaggio da una legislazione repressiva a una più liberale e rispettosa delle scelte individuali.

Citations:
[1] https://www.aied.it/la-pillola-50/
[2] https://www.noneunveleno.it/2021/04/23/laborto-prima-della-legge-n-194-78/
[3] https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-x/
[4] https://www.cortecostituzionale.it/actionSchedaPronuncia.do?anno=1971&numero=49
[5] https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-x/art553.html
[6] https://legislature.camera.it/_dati/leg05/lavori/stampati/pdf/007_114001.pdf
[7] https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1971/03/24/071C0049/s1
[8] https://elearning.unite.it/pluginfile.php/269350/mod_folder/content/0/Lezione%208.docx?forcedownload=1
[9] https://legislature.camera.it/_dati/leg03/lavori/stampati/pdf/00490001.pdf
[10] https://giurcost.org/decisioni/1965/0009s-65.html
[11] https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/propaganda-anticoncezionale-in-una-sentenza-della-corte-costituzionale/
[12] https://app.toga.cloud/codici/codice-penale/2/29943/art-553
[13] https://www.filodiritto.com/codici/codice-penale/dei-delitti-contro-lintegrita-e-la-sanita-della-stirpe/art-553-incitamento-pratiche-contro-la-procreazione-1
[14] https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/06/cinquantanni-di-contraccezione-legale-ma-pagata-a-caro-prezzo-e-vittima-delle-fake-news/6055958/

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