
La maternità surrogata, o gestazione per altri, è una pratica di procreazione assistita in cui una donna, chiamata madre surrogata o gestante per altri, porta avanti una gravidanza per conto di un’altra persona o coppia.
Come funziona?
- Fecondazione: L’ovulo della madre intenzionale o di una donatrice viene fecondato con lo sperma del padre intenzionale o di un donatore.
- Impianto: L’embrione risultante viene impiantato nell’utero della madre surrogata.
- Gravidanza: La madre surrogata porta avanti la gravidanza.
- Nascita: Al momento della nascita, il bambino viene legalmente riconosciuto come figlio dei genitori intenzionali.
Perché si ricorre alla maternità surrogata?
Ci sono diverse ragioni per cui una coppia o una persona singola può ricorrere alla maternità surrogata, tra cui:
- Infertilità: Quando una donna non è in grado di portare avanti una gravidanza per motivi medici.
- Problemi uterini: Ad esempio, l’assenza dell’utero o malformazioni uterine.
- Condizioni mediche che impediscono la gravidanza: Come l’endometriosi o l’ovaio policistico.
- Età avanzata: Quando l’età della donna rende difficile o rischiosa una gravidanza.
- Orientamento sessuale: Coppie omosessuali maschili che desiderano avere un figlio biologicamente legato a uno dei due partner.
Aspetti legali ed etici:
La maternità surrogata è una pratica complessa che solleva numerose questioni legali ed etiche. La sua legalità e regolamentazione variano notevolmente da un paese all’altro. Alcuni paesi la consentono in determinate condizioni, altri la vietano completamente.
In Italia:
In Italia, la maternità surrogata è vietata dalla legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita. La legge prevede anche che sia reato universale, il che significa che è punibile anche se la pratica avviene all’estero.
