Accordo che le Regioni hanno raggiunto sul patto della salute, Newsletter n. 1490 del giovedì 3 dicembre 2009

Si riporta di seguito il testo integrale del “Patto per la salute”, sottoscritto al termine del confronto Governo-Regioni, tenutosi a Palazzo Chigi il 23 ottobre 2009 (cfr. “Regioni.it” n. .1465).

Il patto è stato pubblicato anche nell’Archivio della sezione “sanità” del sito http://www.regioni.it : il link è:
“23 ottobre 2009
1. Le Regioni devono assicurare l’equilibrio finanziario della gestione in condizioni di efficienza e appropriatezza.
2. Lo Stato si impegna ad assicurare in relazione al livello di finanziamento del servizio sanitario nazionale cui concorre lo Stato stabilito dalla vigente legislazione, pari a 104.614 milioni di euro per l’anno 2010 ed a 106.934 milioni di euro per l’anno 2011, risorse aggiuntive pari a 1.600 milioni di euro per l’anno 2010 e a 1.719 milioni di euro per l’anno 2011; per l’anno 2012, lo Stato si impegna ad assicurare risorse aggiuntive tali da garantire un incremento del livello di finanziamento rispetto all’anno 2011 del 2,8%. A tali risorse aggiuntive concorrono:
a) il riconoscimento con riferimento alla competenza 2010 di incrementi da rinnovo contrattuale pari a quelli derivanti dal riconoscimento della indennità di vacanza contrattuale con economie pari a 466 milioni di euro annui;
b) il finanziamento a carico del bilancio dello Stato di 584 milioni di euro per l’anno 2010 e di 419 milioni di euro per l’anno 2011;
c) le ulteriori misure che lo Stato si impegna ad adottare nel corso del 2010 dirette ad assicurare l’intero importo delle predette risorse aggiuntive.
Lo Stato si impegna inoltre:
– ad adottare nel corso del 2010 ulteriori misure dirette a garantire un ulteriore finanziamento qualora al personale dipendente e convenzionato del SSN vengano riconosciuti con riferimento alla competenza 2010incrementi da rinnovo contrattuale superiori a quelli derivanti dal riconoscimento della indennità di vacanza contrattuale;
– a garantire nel bilancio pluriennale 2010-2012 ai fini del finanziamento dell’edilizia sanitaria ex art. 20 L. n. 67/88, in aggiunta ai 1.174 milioni di euro relativi all’anno 2009, 4.715 milioni di euro;
– ad ampliare lo spazio di programmabilità degli interventi previsti dal predetto art. 20 L. n. 67/88 elevandolo dagli attuali 23 miliardi di euro a 24 miliardi di euro, destinando tale incremento prioritariamente alle regioni che hanno esaurito le loro disponibilità attraverso la sottoscrizione di accordi. Sull’edilizia sanitaria Stato e regioni convengono sulla possibilità di utilizzare anche le risorse FAS di competenza regionale;
– a garantire, per l’anno 2010: a) un finanziamento pari a 400 milioni di euro per il Fondo per la non autosufficienza ex art. 1, comma 1264, L. n. 296/06; b) un incremento di 30 milioni di euro del Fondo nazionale per le politiche sociali nonché la separazione delle risorse assegnate all’Inps per la garanzia dei diritti soggettivi da quelle di competenza delle regioni.
Stato e regioni convengono che eventuali risparmi nella gestione del Servizio sanitario nazionale, effettuati dalle regioni, rimangano nella disponibilità delle regioni stesse.
3. Occorre rivisitare, potenziare e semplificare il meccanismo di “commissariamento” delle Regioni in disavanzo, ferme restando le funzioni del Tavolo di verifica degli adempimenti e del Comitato per la verifica dei LEA in materia di monitoraggio trimestrali e annuali e di verifica dell’attuazione dei Piani di rientro secondo un nuovo regolamento condiviso tra Stato e regioni.
4. All’esito della verifica relativa all’anno precedente, nel caso di disavanzo non coperto (in tutto o in parte), occorre confermare i vigenti automatismi (innalzamento aliquote IRPEF e lRAP), da potenziare con il blocco del turn-over e il divieto di effettuazione di spese non obbligatorie. Se lo scostamento (calcolato rispetto al finanziamento ordinario integrato delle entrate proprie effettive) è superiore al 5 per cento, ovvero inferiore al 5 per cento se gli automatismi fiscali o altre risorse di bilancio della regione non garantiscono con la quota libera la copertura integrale del disavanzo, scatta comunque l’obbligo di presentare un piano di rientro.
5. La regione ha l’obbligo di presentare entro il 30 giugno il piano di rientro. Il piano, elaborato con l’ausilio dell’AIFA e dell’AGENAS, è valutato da una Struttura tecnica di monitoraggio a composizione paritetica, presieduta da un ulteriore componente scelto di comune accordo, e dalla Conferenza Stato-regioni entro termini perentori. Il Consiglio dei Ministri accerta (anche nell’ipotesi in cui la Conferenza e la Struttura non abbiano trasmesso le proprie valutazioni) l’adeguatezza del piano di rientro:
– in caso di riscontro positivo, approva il piano e la regione inizia ad attuarlo;
– in caso di mancata presentazione o insufficienza del piano, la regione viene commissariata (il presidente della regione assume il ruolo di commissario ad acta per la redazione e per l’attuazione del piano) e scattano, oltre gli automatismi anzidetti (innalzamento aliquote IRPEF e IRAP, blocco del turn-over e divieto di effettuazione di spese non obbligatorie), ulteriori automatismi (sospensione dei trasferimenti erariali a carattere non obbligatorio; decadenza dei direttori generali delle aziende sanitarie e delle aziende ospedaliere).
6. Nell’ipotesi di inadempimento del piano da parte della regione tenuta ad attuarlo, il Consiglio dei Ministri, sentite la Struttura tecnica di monitoraggio e la Conferenza Stato-regioni, che esprimono il proprio parere entro il termine perentorio di 15 giorni, diffida la regione interessata ad attuare il piano; in caso di perdurante inottemperanza, la regione viene commissariata (il presidente della regione assume le funzioni di commissario ad acta) e scattano tutti gli automatismi anzidetti.
7. Per i vigenti piani di rientro relativi alle regioni già commissariate resta fermo l’assetto della gestione commissariale vigente, salva la possibilità della Regione di presentare un nuovo piano ai sensi della nuova disciplina nonché la cessazione del commissariamento a seguito dell’approvazione del nuovo piano.
8. Nell’ambito dei piani di rientro, le regioni interessate da disavanzo possono utilizzare nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, d’intesa con il Governo, a copertura del debito, le risorse del FAS preordinate alla programmazione regionale o altri eventuali strumenti di ristrutturazione del debito compatibili con le esigenze di finanza pubblica. In particolare la singola Regione, d’intesa con lo Stato, può utilizzare una parte delle risorse originariamente destinate ai PAR del proprio territorio”.

L’accordo che le Regioni hanno raggiunto sul patto della salute rappresenta ”un’enorme assunzione di responsabilita”’. Lo ha spiegato il coordinatore della Commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni, Romano Colozzi.

”Non e’ mai successo – ha aggiunto Colozzi – che un livello istituzionale accentuasse la severita’ dei controlli sulla spesa pubblica come in questo caso. Se questa pratica fosse ampliata a tutti i livelli, sarebbe una vera rivoluzione copernicana. Non bisogna continuare a dire che l’aumento della spesa e’ colpa di un destino cinico e baro, ma si devono mettere in atto provvedimenti positivi di controllo della spesa”. Questo perche’ tra le Regioni ”si e’ registrato un grande senso di responsabilita’ e, per la prima volta, si sono individuate regole severe per il contenimento della spesa pubblica che dovrebbero essere attuate in tutti i settori della pubblica amministrazione, dai comuni ai ministeri”.
”C’e’ l’impegno ad aprire entro 30 giorni un tavolo tecnico-politico per affrontare il nodo degli 800 milioni per la farmaceutica”. Lo ha detto il vicepresidente della Conferenza delle Regioni e presidente della Regione Molise, Michele Iorio.
Iorio ha ribadito che la cifra di 800 milioni ”nel Fondo c’e’, e’ stanziata” ma il meccanismo di copertura previsto nel Patto, legato alla ricontrattazione dei prezzi dei farmaci con l’Aifa, non garantirebbe un’entrata di questa entita’ per le Regioni. Per questo le Regioni chiedono una proroga ”almeno di sei mesi” del meccanismo di sconto attualmente in vigore e che andra’ in scadenza a fine anno.
Secondo Colozzi, “l’accordo sulla farmaceutica verra’ raggiunto dal tavolo al massimo entro tre mesi – stima – perche’ e’ interesse dello Stato e delle Regioni farlo il prima possibile”. Mentre il coordinatore degli assessori alla Sanita’, Enrico Rossi, è preoccupato “Sono preoccupato – spiega – sulla possibilita’ che il tavolo raggiunga un rapido accordo, mentre per tutto il resto sono  stati compiuti passi avanti. Se non vengono reinserite le regole sugli extra-sconti – aggiunge Rossi – si rischia di regalare un milione di euro per finanziare una rendita dell’industria farmaceutica che non e’ quella che investe sull’innovazione, pagando oltretutto i farmaci generici il 30% in piu’ rispetto al resto d’Europa. Non vorrei – afferma Rossi – che interessi particolari abbiano prevalso su quelli generali”.
“Il Governo – aggiunge Tommaso Fiore, assessore alla Sanita’ della Regione Puglia – e’ contrario al ripristino degli extra-sconti. Si tratta di 800 mln che, in questo modo, verrebbero sottratti alle Regioni e versate sul sistema delle farmacie” o piuttosto “destinate, con un provvedimento ad hoc in gennaio – ipotizza – a favore dello Stato, per motivi di cassa”.
2010-2012.Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, ha sottolineato come il Patto ha di fatto sancito la norma che il commissario sara’ il presidente della Regione. ”Con questa norma – ha detto Chiodi – vogliamo dimostrare che i presidente delle Regioni, come sistema delle Regioni, sono in grado di affrontare i problemi legati al controllo della spesa sanitaria. E’ chiaro che quando il presidente-commissario risulta inadempiente su uno o alcuni punti del Piano di rientro, il Governo nomina un commissario ad acta per quegli atti non fatti”.
Infine il presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, sottolinea come “il Cipe convocato oggi non ha all’ordine del giorno lo sblocco del Fas: questo dimostra le reiteratemenzogne del Governo che non vuole consentire alle Regioni di cantierizzare le opere pubbliche per una sporca campagna elettorale che si fa sulla pelle della gente”. Vendola ha ricordato di aver avuto “le garanzie del ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto e del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il quale aveva spiegato che si trattava solo di un ostacolo tecnico. Ma non e’ cosi’ e credo – conclude – che ci sia stato anche uno scontro nell’Esecutivo” sulla questione.
”Il nuovo Patto Triennale dellaSalute assicura importanti spazi di riconoscimento normativoe finanziario alle particolarita’ territoriali e demografiche del Molise”, ha detto il vice Presidente della Conferenza delle Regioni, Michele Iorio. ”Esso – ha aggiunto Iorio- e’ il frutto di un lungo e serrato confronto che il Presidente Errani ed io, a nome di tutte le Regioni, abbiamo condotto con il Governo negli ultimi due giorni. Un risultato dunque importante che getta le basi per la sanita’ del futuro in cui, accanto ad una chiara responsabilizzazione nella gestione delle risorse, trova spazio il riconoscimento del diritto dei cittadini che vivono in regioni con specificita’ orografiche e di bassa densita’ di popolazione, ad avere servizi sanitari moderni ed efficienti”.
”Il mio giudizio – ha concluso Iorio- e’ dunque positivo perche’ abbiamo fatto un passo in avanti sulla strada di una sanita’ piu’ efficace ed efficiente, che da un lato responsabilizza tutti a contenere i costi e dall’altro investe risorse nuove e rilevanti nell’innovazione e nell’ampliamento dei servizi ai cittadini”.
(red/03.12.09)

Newsletter n. 1490 del giovedì 3 dicembre 2009

Blogged with the Flock Browser

Lascia un Commento se vuoi contribuire al contenuto della informazione