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Oggi è ricordato per la sua verve antireligiosa, mostrata nel libro Dio non è grande (Einaudi), ma in realtà Hitch era un dotto critico letterario, formato nei lontani anni londinesi e intorno al quale la rivista «Atlantic» ha ricostruito la sua sezione culturale. Sono state però le controversie politiche, intellettuali e personali a creare il personaggio. Hitchens è diventato Hitchens perché è stato il primo a definire «fascisti islamici» i terroristi di Allah.
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I suoi vecchi compagni non si aspettavano la giravolta sull’Iraq, giravolta che Hitch però non considerava tale: i terroristi «sono fascisti travestiti da musulmani», «oppressori dei derelitti del mondo, non i portavoce di chi lotta contro le ingiustizie», solo quei «poveri stupidi» che invocano la pace non se ne accorgono.
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Subito dopo la caduta delle Torri, Hitchens ha scritto che ciò cui avevamo assistito era un atto di «fascismo con un volto islamico», recuperando una famosa espressione di Alexander Dubcek sul «socialismo dal volto umano» poi ripresa da Sontag per descrivere la repressione sovietica in Polonia come una forma di «fascismo dal volto umano». Ma ancora prima di Bin Laden è stata la fatwa di Khomeini contro Salman Rushdie del 1989 ad aprirgli gli occhi sul fascismo islamico: «Credevo che la sinistra avesse intuito la natura fascista del fondamentalismo islamico col caso Rushdie. Credevo avesse capito che la rivoluzione islamista non era ribellione degli oppressi, ma un movimento di oppressori. Che non era una battaglia antimperialista, ma volontà di ristabilire un impero perduto. Che non era una protesta contro povertà e disoccupazione, ma causa di povertà e mancanza di lavoro. Invece la sinistra sottovaluta questo nemico, minimizza. Pensa che il più importante nemico del progresso umano sia la globalizzazione, cioè gli Stati Uniti d’America».
tutto l’articolo qui L’intellettuale guastafeste – Christopher Hitchens, detto Hitch e mai – Il Sole 24 ORE
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200720102012

L’ha ribloggato su Paolo del 1948.
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