I politici greci si sono messi d’accordo fra di loro, ma non ancora con la Ue, con la Bce e col Fondo Monetario, che guarda per ora alle intese interne di quel Paese con un minimo di dubbio. Quindi il fallimento è sempre più vicino, anche se nessuno ci crede, anche se sembra impossibile.
Mettiamo i puntini sulle i. Accordo dei politici greci?
Il presidente del consiglio greco, l’equivalente del nostro Monti, sta in quel posto da poche settimane. Si chiama Lucas Papademos, è un banchiere, viene pure lui da Goldman Sachs. La cosiddetta troika — cioè i rappresentanti di Ue, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale — gli hanno chiesto di: ridurre i dipendenti pubblici di 15 mila unità, primo passo per portarli a un totale di 600 mila adesso sono 750 mila; tagliare del 22% i salari minimi, portandoli a 450-500 euro mensili; altri tagli alle pensioni superiori ai 1200 euro e a quelle integrative 150 euro al mese di meno. La troika chiede nuove privatizzazioni e riduzioni dei salari nel privato. Questo pacchetto andrebbe approvato dal Parlamento di Atene oggi. Il premier Papademos doveva mettersi d’accordo con i capi dei tre partiti principali, Papandreou socialisti, Karatzaferis estrema destra e Samaras centrodestra o moderati. Dopo due giorni di discussioni, un accordo sarebbe stato raggiunto, anche se in questo momento non ne conosciamo i dettagli. Non dev’essere comunque un’intesa troppo convincente. La troika ha risposto: «Beh, cerchiamo di capire meglio».
Come sarebbe?
- I greci non vogliono toccare le pensioni. Meno che mai le pensioni integrative. Si tratta di mettere insieme 600 milioni.
Se non trovano questi 600 milioni dai tagli alle pensioni integrative, dove andranno a prenderli? In Italia, in questi casi, si ricorre al capitolo «lotta all’evasione fiscale», che è come dire niente, un titolo generico, sotto al quale si può scrivere qualunque numero. È possibile che i greci stiano ricorrendo a un escamotage di questo tipo, e che la troika non ci creda.
Che cosa può fare la troika?
I greci dovrebbero restituire il 20 marzo 14,5 miliardi di debito. Soldi che non hanno. La troika ha promesso di finanziarli con un prestito di 130 miliardi. A patto che taglino quello che devono tagliare. Per ora i 130 miliardi non glieli dànno. I giornali greci fanno titoli in cui si vede la Merkel vestita da nazista.
- I sindacati hanno proclamato uno sciopero generale oggi e domani. Sono sempre in forte sospetto quando gli scioperi sono proclamati a ridosso della domenica. Ma in ogni caso: scioperando cosa sperano di ottenere? I greci non hanno la coscienza a posto, qualunque rivoluzione delle piazze preparino.
Come può dire questo? Come si può pretendere che uno viva con 450 euro al mese?
- I greci si son fatti dare soldi per anni, sapendo che non sarebbero stati in grado di restituirli. Hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità. Con questo sistema i partiti hanno mantenuto le loro posizioni di potere. I conti pubblici sono stati truccati, per ingannare l’Ue, che a sua volta, per ragioni che potranno chiarire solo gli storici, ha fatto finta di credere a quello che gli veniva raccontato sapevano bene che i conti di Atene erano taroccati.
Ho sentito ieri un’intervista di Cofferati, che si indigna per la severità con cui l’Europa tratta la Grecia. I socialisti europei tra cui appunto Cofferati hanno scritto una lettera a Barroso Ue in cui parlano di «grave tradimento del modello sociale europeo e della solidarietà» eccetera.
- Ma quale modello sociale? I soldi presi in prestito vanno restituiti o no? Dei famosi 130 miliardi, una trentina saranno a carico dell’Italia e siamo autorizzati a immaginare già che, quando arriverà il momento, i greci non saranno in grado di restituirli. Trenta miliardi è la Manovra appena varata da Monti e che ha suscitato tante grida.
Siamo sicuri di quello che diciamo quando critichiamo la Merkel?
La Merkel voleva commissariare la Grecia?
Un’idea non troppo peregrina. Leggo che in Grecia c’è un forte movimento d’opinione per il ritorno alla dracma. Ma il ritorno alla dracma significa scaffali vuoti nei supermercati, automobili di latta, energia col contagocce, eccetera eccetera. Chi mai venderà la sua merce ad Atene in cambio di dracme? E quante dracme ci vorranno, a quel punto, per comprare un euro? E chi vorrà vedersi restituito con le dracme un debito contratto in euro? Cofferati e quelli come lui, prima di parlare, facciano bene i conti, se ne sono capaci.
da ALTRI MONDI.


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