a modo suo, con un linguaggio filmico, incrocia immagini apocalittiche e simboli di un tempo buio, tv e società, speranza e futuro. Parla della «maledizione dei Maya che riporta in televisione, come in uno stanco cinegiornale Luce, le parole di una lingua senza significato che ripete le stesse cose da troppo tempo e che è fatta dalla cicuta della politica: le promesse facili e ciniche». Evoca il presente, commiserando le lacune irrimediabili di una legislatura «dopo la quale il paese è più fragile, le istituzioni logorate, il sistema più frammentato ed esposto a ondate emotive che trovano alimento in fenomeni dilaganti, corruzione e illegalità».
Ringrazia Napolitano per dire che «l’Italia ha bisogno di idee e persone serie che possano guidarla fuori da questo tunnel». Plana su Monti e sul Pd, «noi che consideriamo questo un anno importante ma vogliamo andare oltre, una forza seria che vuole più Europa, che sa prendersi le responsabilità più difficili», a dispetto di chi fa «illusionismo da circo di provincia». Noi che «vogliamo che il figlio del professionista e quello dell’operaio abbiano le stesse possibilità di riuscire nella vita». Dinamismo, innovazione, è «la missione storica del Pd».
La Stampa – Veltroni dà l’addio Tutti i deputati del Pd in piedi per Walter
