I problemi più grossi? Li ha avuti con il Pd. L’inaspettato è accaduto, e si è creato un rapporto carico di tensioni fra Napolitano e il suo partito d’origine, il Pd.
Quali sono i problemi di Napolitano con il suo partito?
Per certi aspetti, la sinistra ha tradito Napolitano e si è sentita, senza giustificazioni, tradita da lui. Nel 2011 Napolitano ha spinto per un governo tecnico, quando al Pd sarebbe stato conveniente andare alle elezioni subito. La sinistra avrebbe vinto; l’Italia non lo sappiamo. Napolitano ha deciso di rispettare il suo ruolo di potere neutro, non di parte, e questo ha scandalizzato non pochi esponenti di sinistra. Altre incomprensioni sono emerse negli ultimi mesi. Non è un caso che in queste settimane, quando si sente un esponente politico da Montecitorio che chiede ancora un anno o due di presidenza a Napolitano, si tratti non di un politico di sinistra ma di destra. Il Pd non ne vuole sapere di un altro mandato per Napolitano. Per la sinistra, Napolitano è stato troppo autonomo e super-partes. Ha chiuso le porte con molta tensione. Un altro fatto che ha contribuito a alzare la tensione è il pre-incarico di formare un governo a Bersani. Il Pd voleva un incarico pieno, ma Napolitano ha fatto i conti e non gliela dato.
Queste tensioni contro Napolitano, non vengono accentuate da quella stessa sinistra – definiamola “massimalista”- che alle elezioni ha votato Grillo e Pd, che vede con sconcerto agli accordi con il Pdl e che preferisce ancora oggi un’utopica alleanza con il Movimento 5 Stelle?
Sì. C’è un’ala di sinistra anti-Napolitano, un’area indistinta, che nei giorni elezioni andava da Rivoluzione Civile di Ingroia a una parte di Sel, e che arriva fino ai lettori di Micromega. Ricordo la battaglia durata quasi un anno sulle intercettazioni al Quirinale, che ha causato la morte del suo consigliere Loris D’Ambrosio, e recentemente la lettera aperta su Repubblica diretta ai partiti, ma in realtà a Napolitano, firmata da Barbara Spinelli e Paolo Flores d’Arcais, in cui si chiede di non seguire le raccomandazioni del Capo dello Stato. Esistono correnti non emerse nel Pd, invece, che non hanno apprezzato la linea tenuta dal presidente, soprattutto nella gestione nella nuova fase politica.
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Di Michele Ainis, Marzio Breda, Antonio Carioti, Giuseppe Galasso, Ernesto
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