I CONCETTI, LE PRATICHE, LE QUESTIONI DI SENSO
PERCHÉ RACCONTARE LA TERRA,
PERCHÉ LA TERRA SI RACCONTA
L’ ecologia è narrativa?
Il termine ecologia, parola introdotta alla fine dell’ ‘800 con intenti esclusivamente scientifici, per la verità sembrerebbe – a tutta prima – già destinata ad evocare argomenti, oggetti ed intenti di carattere narrativo. Qui si incontrano infatti,come è noto, le parole greche oikos (casa, luogo abitato) e logos (racconto dotato di una sua interna coerenza). Attenendoci quindi a tale confronto etimologico, il concetto includerebbe scopi volti a studiare le forme narrative mediante le quali si configura e si racconta a noi un dato ambiente. Sia esso di carattere antropico o, viceversa, quando non sia contrassegnato affatto da una presenza umana o questa non sia tale da essere a tal punto soverchiante da snaturarne le fisionomie naturalistiche originarie. Il riferimento ai luoghi con livelli diversi di concentrazione urbana è uno degli esempi più noti. Le storie, in simili situazioni, saranno quindi soltanto storie di donne e di uomini: flora e fauna non potranno che tacere o parleranno per loro giardini, cortili, aree incolte in attesa di essere edificate. Tutto, qui, è addomesticato, amputato, sorvegliato e conforme agli interessi metropolitani.
Dopo queste considerazioni introduttive, potremmo concludere che la dizione ecologia narrativa (ma le preferiamo eco-narrazione) è ridondante, superflua, pleonastica. Dal momento che, invece, intendiamo attribuirle una legittimazione culturale, ne sosterremo la ragion d’ essere. Non in astratto, bensì attingendo alla vicenda stessa dell’ ecologismo e dell’ ambientalismo
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