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EDITORIALE
La medicina difensiva
di Massimiliano Fanni Canelles
La Sanità è un diritto, garantito dall’articolo 32 della Costituzione, ma sempre al centro di un acceso dibattito. Spesso, il fronte che ottiene maggiore attenzione è quello del paziente, titolare del diritto e dunque attento alla prestazione.
Secondo stime del Ministero della Sanità, la medicina difensiva costa ogni anno una cifra compresa tra i 12 ed i 20 miliardi di euro.
Medicina difensiva? Una branca nuova ed innovativa? Al contrario. Si tratta di costi e rischi che i cittadini devono accollarsi a causa del numero impressionante di denunce verso i camici bianchi. È diventata ormai una routine, per i medici, prescrivere – per un eccesso di zelo – prestazioni, esami e farmaci non per far fronte ad un aggravarsi dello stato di salute, ma per mettersi al riparo da possibili cause giudiziarie. Questo costa allo Stato cifre esorbitanti.
Il danno non è solamente economico per l’erario: TAC e radiografie aumentano sensibilmente la dose di radiazioni ionizzanti assorbita dai pazienti. Aumenta, così, il rischio probabilistico di sviluppare alcune neoplasie. Il meccanismo descritto, dunque, può risultare, a lungo termine, gravoso anche per il cittadino. Questa forma di ipocondria diffusa comporta, in parte, anche l’aumento dei tempi d’attesa per visite ed interventi, uno dei temi caldi nel dibattito pubblico sulle disfunzioni della Sanità.
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Diventare competitivi
di Beatrice Lorenzin
Ministro della Salute
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Non è più possibile pensare ad un modello di assistenza orientato a rendere competitivi tra loro i singoli sistemi regionali, ma dobbiamo preoccuparci di rendere competitivo il modello italiano in Europa. Dobbiamo rendere possibile una concreta riqualificazione dei servizi. Con l’unico scopo di avere al centro del Servizio Sanitario Nazionale la salute del cittadino
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Orgoglio e pregiudizio
di Vittorio Mapelli
Professore Associato di Economia Sanitaria presso l’Università degli Studi di Milano.Già Presidente dell’Associazione Italiana di Economia Sanitaria.
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Gli Italiani non amano il Servizio sanitario nazionale per l’eccesso di burocrazia, la disorganizzazione endemica dei servizi, le lunghe liste d’attesa, le code in ambulatorio, la mancanza di informazioni. Se si guardano i dati si scopre, invece, che il Ssn è un sistema che garantisce una speranza di vita tra le più alte al mondo ed un tasso di mortalità standardizzato tra i più bassi in assoluto
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Ticket,con diverso trattamento fiscale
di Gilberto Muraro
Professore Ordinario di Scienza delle Finanze, Facoltà di Giurisprudenza, Università Ca’ Foscari di Venezia. MSc in Economics University of York (UK), ricerche a Cambridge e a Berkeley.
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Alla Sanità si ricorre anche nella ricerca della piena efficienza fisica e mentale, con due conseguenze: che una parte significativa della domanda diventa elastica al prezzo e che essa, pur legittima, non è necessariamente più meritevole di tutela di altre domande di servizi pubblici.
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Uno Stato diviso
di Gilberto Turati
Ricercatore del Dipartimento di Scienze Economico-Sociali e
Matematico-Statistiche, Università degli Studi di Torino
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A fronte di una situazione incoraggiante a livello nazionale, se ci spostiamo a livello locale troviamo delle diseguaglianze inaccettabili in uno Stato che ha fatto del suo SSN uno strumento di equità sociale. Per migliorare il SSN, più che parlare di nuove riforme, dovremmo cercare di capire come far funzionare quelle che già abbiamo provato a scrivere
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Il prezzo della salute
di Ottavio Davini
Medico ospedaliero e radiologo, già direttore sanitario dell’Ospedale Le Molinette di Torino
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Tratto dall’Introduzione del libro: “Per un sistema sanitario sostenibile nel terzo millennio”
di Ottavio Davini. Prefazione a cura di Ignazio Marino (Editore Nutrimenti) |
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Costi e benefici
di Gianluca Baio
Ricercatore Dipartimento di Statistica e Metodi Quantitativi dell’ Università di Milano Bicocca e University College London
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| Il progresso tecnico-scientifico porta indubbiamente dei vantaggi, ma richiede anche una maggiore sorveglianza riguardo all’effettiva convenienza ad adottare determinate tecnologie sanitarie quali farmaci, dispositivi medici, tecniche diagnostiche, procedure chirurgiche, altre tecnologie terapeutiche ed attività di promozione della salute. |
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C’è bisogno di governance
di Nerina Dirindin Docente di Economia Pubblica e di Scienza delle Finanze presso l’Università di Torino. Presidente del Coripe Piemonte, coordinatrice del Master in Economia e Politica Sanitaria
Giuseppe Pisauro
Professore di Scienza delle Finanze presso l’Università “La Sapienza” di Roma
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I recenti scandali nella Sanità, legati al rapporto tra Servizio sanitario nazionale e settore privato, mettono in evidenza la debolezza del sistema di governance in un settore particolarmente esposto al rischio di utilizzi impropri delle risorse pubbliche e spesso di vera e propria corruzione
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Le prossime sfide del SSN
di Vincenzo Atella
Direttore Scientifico Fondazione Farmafactoring
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| Per ridurre la spesa si renderà necessario diminuire il numero di persone da curare e questo sarà possibile solo concentrandosi maggiormente sulla prevenzione, con una decisa inversione di tendenza. |
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