- Messe in fila una dietro l’altra, sono davvero tante le parole importate nell’ultimo decennio dal dibattito sui diritti civili. Alcune sono ormai di uso comune, molte altre possono suonare esotiche o farraginose.
- Da “abilismo” a “decolonizzare”, da “empowerment” a “victim blaming”, ecco un ripasso generale di questo nuovo lessico. Scopo di un dizionario è proprio quello di fornire le basi di una lingua straniera: non d’imporla a chicchessia.
- Questo glossario, pur non esaustivo, costituisce una mappa delle insidie che contraddistinguono la comunicazione contemporanea. Offrendo delle definizioni stringate e anch’esse soggettive, non è immune dal rischio di offendere chi della precisione terminologica ha fatto la propria vocazione esistenziale o professionale.
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Woke. Il termine, con il quale in passato si autodefinivano gli attivisti stessi, ha fatto in tempo ad assumere una connotazione dispregiativa e poi, per inversione dello stigma, nuovamente positiva. Ad ogni modo non sembra essercene uno più neutro per definire la convergenza, mediata dall’attivismo digitale della generazione Z, tra le rivendicazioni delle minoranze (v.) e le istanze modernizzatrici del progressismo Usa
