Grusol.it: Appunti sulle politiche sociali n. 249, 2024

Appunti n. 249 (n. 4/2024, ottobre-dicembre 2024)

(indice Appunti)

Questo numero

Educatori. Oltre l’Albo

Fine vita nelle residenze per anziani

Storie di disabilità

Quelli che non contano

Chiudiamo questo ultimo numero del 2024 ritornando sui temi della funzione educativa e del ruolo all’interno degli interventi e servizi sociali e sociosanitari. Il contributo di Marcello Neri continua la riflessione e si aggancia alla recente istituzione dell’Albo degli educatori professionali socio-pedagogici. L’autore si interroga sul “sentire diffuso tra gli educatori e le educatrici socio-pedagogiche quello più direttamente interessato dalle implicazioni di legge. Un sentimento che va dal disincanto disilluso a un preoccupante disinteresse di fondo. Tra gli operatori del settore, infatti, si fa fatica a comprendere come il riconoscimento istituzionale prodotto dall’iscrizione all’Albo e poi all’Ordine, possa tramutarsi in un fattuale riconoscimento del rilievo socio-politico della professione educativa. Perché è di quest’ultimo che gli educatori e le educatrici sentono tanto la necessità, quanto la carenza nel panorama italiano di attività professionali impegnate nel sociale. Carenza che si attesta in particolare su tre livelli nevralgici: 1) quello della retribuzione; 2) quello della riconoscibilità/riconoscenza sociale della professione educativa; 3) quello della considerazione nel concerto degli interventi professionali in aree socio-educative.

L’articolo di Letizia Espanoli pone l’attenzione sul tema dell’accompagnamento al fine vita all’interno delle residenze per anziani. Secondo l’autrice, “non si tratta solo di gestire la morte, ma di onorare la vita in tutte le sue fasi, con una presenza autentica e una cura che abbraccia il corpo, la mente e lo spirito. Solo in questo modo possiamo sperare di lasciare un’eredità di cura che possa essere di esempio per le future generazioni, facendo sì che la cultura del fine vita diventi un elemento cardine del nostro modo di intendere la cura nelle Residenze per anziani  (..) Accompagnare una persona fino all’ultimo respiro richiede molto di più di una buona preparazione tecnica: richiede cuore, empatia e la capacità di vedere oltre la malattia, per concentrarsi sulla persona e sulla sua storia.”

Il terzo contributo rientra all’interno del progetto di raccolta interviste che il Gruppo Solidarietà porta avanti da oltre 12 anni; rimandiamo ai nostri due libri: Raccontiamo noi l’inclusione. Storie di disabilità (2014) e STORIE DI VITA. Genitori e giovani con disabilità si raccontano. Sonia, racconta la sua vita, quella della sua famiglia e in particolare di Enrico, figlio di 28 anni con tetraplegia. L’attenzione e la riflessione viene posta, in particolare sul ruolo dei servizi e su quanto siano importanti per Enrico.

Infine, il contributo del Gruppo Solidarietà che porta l’attenzione sulle “liste di attesa dimenticate”. Liste di cui nessuno sembra interessarsi, nonostante non siano meno importanti di quelle di cui ogni giorno i mezzi di comunicazione parlano. Minori con disturbi di apprendimento o disabilità in attesa di valutazione che nelle Marche può arrivare anche a 5 anni. Anziani non autosufficienti o con demenza in attesa di un posto in residenza sanitaria o di un servizio di sostegno domiciliare. Un’attenzione che sembra non affiorare anche nelle amministrazioni comunali dimentiche del ruolo di tutela dei propri cittadini.  

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