Jean Améry, Il nuovo antisemitismo. Interventi. 1969-1978, Bollati Boringhieri, 2025

Jean Améry, nel suo libro “Il nuovo antisemitismo. Interventi. 1969-1978”, pubblicato da Bollati Boringhieri, esplora il tema dell’antisemitismo attraverso una serie di saggi scritti tra il 1969 e il 1978. Améry, un ebreo laico costretto a confrontarsi con la sua identità a causa delle leggi di Norimberga, riflette sul suo legame esistenziale con Israele e sulla condizione degli ebrei in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Tematiche Principali

  • Identità e Ebraismo: Améry analizza come le leggi razziali abbiano influenzato la sua vita e la percezione dell’ebraismo nella società europea.
  • Critica Sociale: I suoi interventi mettono in luce le dinamiche sociali e politiche che alimentano l’antisemitismo, rendendo i suoi scritti estremamente attuali anche per il contesto contemporaneo.
  • Riflessioni sull’Israele: L’autore discute il suo rapporto con Israele, considerandolo un elemento centrale della sua identità e della lotta contro l’antisemitismo.


[1] https://www.google.com/policies/faq
[2] https://www.ebay.it/itm/375930488932
[3] https://www.bollatiboringhieri.it/libri/jean-amery-il-nuovo-antisemitismo-9788833944081/
[4] https://www.soluzionelibro.it/libri/1673150-nuovo-antisemitismo-interventi-1969-1978-il–9788833944081.html
[5] https://www.libreriauniversitaria.it/nuovo-antisemitismo-interventi-1969-1978/libro/9788833944081
[6] https://ebook.illibraio.it/it/products/9788833944098
[7] https://books.google.com/books/about/Il_nuovo_antisemitismo.html?id=IPA9EQAAQBAJ
[8] https://www.libreriadelsanto.it/libri_di/autore/Jean_Am%E9ry/page1.html


Scritti tra il 1969 e il 1978, i saggi di Jean Améry raccolti in questo volume sorprendono per la loro attualità. Nella loro concisa chiarezza e nei temi trattati, si leggono come fossero stati scritti oggi. Améry, ebreo laico, costretto a definirsi tale dalle leggi di Norimberga, riflette anzitutto sul suo legame esistenziale con Israele. Un legame che ritiene di condividere con la stragrande maggioranza degli ebrei nel mondo, e che ha ben poco a che fare con l’approvazione incondizionata dei governi israeliani. E che si traduce tuttavia in un interesse profondamente radicato per l’esistenza di questo paese – che pur non conosce, di cui non parla la lingua e il cui folklore gli è estraneo. Améry sa, infatti, che ogni volta che la sua vita sarà in pericolo ci sarà un lembo di terra pronto ad accoglierlo, e che finché esisterà Israele egli non potrà essere gettato di nuovo in pasto all’orrore, con il tacito consenso di spettatori più o meno consapevoli.
Parla in questi scritti il suo dolore: lui, che è sempre stato un uomo di sinistra, non riesce più a comprendere la Nuova sinistra, che vede in Israele solo un paese colonialista e imperialista. L’antisionismo, sempre più diffuso anche tra i suoi compagni politici, rappresenta ai suoi occhi soltanto il volto nuovo e presentabile di un discorso difficile da estirpare e sempre pronto a riemergere: quello dell’antisemitismo.

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