Riforma sanitaria: per Obama è il momento della verità » Panorama.it – Mondo

Il suo braccio destro, Rahm Emanuel, il fedelissimo e potente capo dello staff della Casa Bianca l’ha definito “a pivotal moment“, ovvero il momento della verità.

Barack Obama si gioca numerose delle carte dei suoi primi sei mesi da presidente, e molte di quelle che ha ancora nel suo mazzo (per gli anni a venire del suo mandato), questa sera in prime time, in una attessissima conferenza stampa, mandata in onda dai principali network televisivi. Dovrà convincere un’opinione pubblica sempre più scettica, dei legislatori sempre più dubbiosi, delle lobby (farmaceutiche) sempre più contrarie che la sua Riforma del Sistema nazionale sanitario è quella giusta. Ed è sempre più necessaria.

Dovrà essere abile, Obama, davanti ai milioni di americani che lo seguiranno. Dovrà fare capire quale strategia vuole adottare. Il Congresso è contrario al blitz sulla riforma. Il Presidente lo sa. E deve decidere se andare allo scontro frontale oppure no. Se questa sera dovesse mantenere la deadline sul voto del provvedimento; se dovesse fare muro contro ogni possibile modifica della proposta della Casa Bianca, vorrà dire che Obama ha deciso per la linea dura.

A costo di dover fronteggiare la rivolta dei repubblicani (scontata) e dei democratici moderati (che hanno contribuito alla sua elezione, ma che non condividono la sua venatura progressista-populista). Se Obama scegliesse lo scontro, questo significherebbe che ha intenzione di domare il Congresso. Domarlo ora, sulla riforma sanitaria, per poter poi vivere tranquillo nei prossimi anni del suo mandato (o almeno fino alle elezioni di medio termine) sapendo che a Capitol Hill, nessuno sarà in grado di fare le barricate. Domarlo, per fare passare le leggi di un’agenda di politica interna che potrebbe rivelarsi più progressista di quanto annunciato in campagna elettorale.

Se invece, dalla conferenza stampa uscissero toni e segnali distensivi, vuol dire che Obama ha scelto la strada del dialogo con i lawmakers perchè non in grado di reggere uno scontro frontale. La politica di Obama, si sa, è all’insegna del pragmatismo. E anche in questo caso, questa sarà la sua stella polare. Se gli servirà la forza, l’userà per raggiungere i suoi obiettivi. Se no, userà il compromesso.

Ma Obama sa che ci sono altri soggetti da convincere. E sono milioni gli americani che appaiono sempre più perplessi sulla riforma. Sui suoi costi (comparati ai benefici); sulla possibilità che porti a un aumento delle tasse; sull’ipotesi che diminuisca la qualità del servizio per i milioni di cittadini statunitensi già assicurati. Lui sa che dovrà “vendere” il prodotto. Soprattutto alla sua gente. A coloro che lo hanno eletto per avere un cambio radicale rispetto all’amministrazione Bush, e che ora l’aspettano alla prova dei fatti.

Molti sono i commenti su Twitter e gli altri social networks. Accanto alle vignette degli elettori repubblicani che mostrano un Karl Marx vestito da dottore, ci sono anche quelle dubbiosi dei supporter democratici. Quindi, la prova di stasera sarà molto importante per il presidente. “A pivotal moment” ha detto Rahm Emanuel.

Attenzione che non si trasformi in un “Waterloo moment” – ha ribattuto un senatore repubblicano. La parola, ora, passa a Barack Obama.


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