Scurati Antonio, L’età adulta rubata da Muccino – LASTAMPA.it

Chi fine ha fatto l’età adulta, l’asse mediano su cui muovere con sicurezza i propri passi dopo essersi accertati della propria esistenza, che ne è stato di quella stagione vigorosa cui un tempo si accedeva subito dopo aver valicato la dorsale dei vent’anni, dopo essersi lasciati alle spalle l’età fragile dell’adolescenza, l’età inquieta della prima giovinezza, che fine ha fatto insomma l’età forte?

E non cambia granché il constatare che la soglia d’ingresso nell’età adulta è slittata in avanti (oggi hanno già quarant’anni gli eterni bamboccioni di Muccino). La domanda permane. Dov’è finita l’età adulta? Che sorte è toccata a quel momento meridiano in cui le donne e gli uomini, avendo assodato il proprio posto nel mondo nella lunga fase di propedeutica alla vita, avrebbero poi cercato di dare la propria unghiata alla crosta della terra, volgendosi a ciò che gli sarebbe sopravvissuto? A che età comincia oggi l’età in cui il melodrammatico indietreggia di fronte al serio, il piacere tributa il proprio ipocrita omaggio al dovere, in cui il passo si fa più lento e l’incedere più imperioso? Quando viene il tempo del lavoro, del decoro, del ponderato affanno e del giusto ristoro? Quando arriva, oggi come oggi, il momento di piantare l’albero?

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L’età adulta rubata da Muccino – LASTAMPA.it

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