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- Facebook non ha memoria. Non ha il valore della memoria, l’interesse di conservarla e valorizzarla. Puoi scorrere e scorrere e scorrere i contenuti di una bacheca, ma il contenitore è fatto sostanzialmente per il qui e ora. Premia e valorizza in modo eccellente la socialità d’istinto, scoraggia la conoscenza profonda. …
- Facebook regge a fatica la scalabilità dei gruppi sociali. Benché faccia notizia soprattutto per gli alti numeri di aderenti a cause comuni di ogni genere, più il numero di partecipanti a un gruppo, a una pagina o a un profilo personale diventa elevato, più facile è perdere il filo (anche in virtù di quanto detto a proposito sulla memoria). Maggiore è la partecipazione, più difficile è che ci sia un reale confronto e una possibilità di sintesi. …..
- Facebook costringe chi lo usa ad adeguarsi alla sua logica. Vale per tutti i social software, ma nel caso di Facebook si tratta di una logica particolarmente rigida e macchinosa. Quasi nulla si può trasformare: puoi creare oppurecancellare, non riusare, trasferire, evolvere.
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- Facebook si spiega male. Le poche impostazioni che un iscritto può adeguare ai propri desideri (i famigerati controlli sulla visibilità dei contenuti e sulla privacy delle informazioni condivise, per esempio) sono quanto di più macchinoso, non univoco e inusabile si sia visto sul pianeta social networking, nonostante ci abbiano rimesso le mani più volte.
l’intero articolo qui: I difetti di Facebook » Sergio Maistrello.

già forse alla fine è proprio cosi. Tutto nell’immediato e addio ai rapporti profondi. Bisogna esserne consapevoli, e penso che questo sia già un passo avanti anche se a volte ci sono input occulti che agiscono lo stesso…
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