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era già usato nella terapia di malati di AIDS, ma ora è stato testato su soggetti omosessuali sani, a rischio di contagio AIDS per via sessuale. La sperimentazione internazionale, condotta fra il 2007 e il 2009 ha coinvolto 11 centri di ricerca in 6 paesi del mondo (Sudafrica, Thailandia, Perù Brasile, Stati Uniti) e ha dimostrato che Trouvada, se assunto quotidianamente da adulti sessualmente attivi, è capace di ridurre il rischio di infezioni fino al 70%.
Gli esperti italiani interpellati sull’uso preventivo del farmaco, sollevano però obiezioni: Stefano Vella, direttore del Dipartimento del Farmaco dell’Iss, l’istituto Superiore di Sanità esclude che il Trouvada possa essere somministrato in maniera generalizzata, inoltre il farmaco andrebbe assunto cronicamente e finirebbe per dare effetti collaterali al rene e al fegato, inoltre ha un notevole costo. Vella ribadisce che la strada maestra per battere l’AIDS è il vaccino, che la virologa italiana Barbara Ensoli sta sviluppando con la seconda fase del protocollo di sperimentazione sull’uomo, assistita da lauti finanziamenti governativi.
Gianni Rezza epidemiologo dell’Iss ritiene che Trouvada non possa essere usato come unico “profilattico” farmacologico, perché sarebbe come dare la patente per avere rapporti sessuali non protetti, disinvolti e di conseguenza rischiosissimi, soprattutto per i giovani e le categorie più a rischio di AIDS.
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