Paolo Ferrario, Aspettando Sanremo: divagazioni musicali | Muoversi Insieme

Chi l’ha detto che “sono solo canzonette”?
La domanda si riproporrà anche quest’anno, in occasione del Festival di Sanremo. EppureMarcel Proust aveva già provato ad avvertirci: “Non disprezzate la cattiva musica. Il suo posto è nullo nella storia dell’arte, ma immenso nella storia sentimentale della società”. E, qualche tempo dopo, anche Enzo Jannacci sosteneva un’altra tesi: “Questa è la canzone intelligente che farà cantar tutta la gente, questa è la canzone intelligente che farà ballar che farà ballar …”.
Il festival di Sanremo, nonostante i suoi 60 anni, continua a rimanere un pezzo della cultura italiana ed è quasi un rito popolare. Vale davvero la pena di viverlo attutendo i pregiudizi intellettuali e provando a comprendere quanto conti per ciascuno di noi la musica e quanto si leghi alla nostra vita.
Il termine “musica” è in stretta assonanza con l’arte delle Muse e, alla sua origine, indicava un insieme di tecniche e attività ispirate alla bellezza e al piacere. Nella mitologia greca le Muse erano le nove figlie di Zeus e di Mnemosine (la Memoria). E’ questa associazione di piacere, bellezza e capacità di ricordare che ci interessa evocare e inseguire.
Proviamo a fare un lavoro di immaginazione storica   ….

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