La Libia sono io | Aspenia online

Demonstration outside the Libyan Embassy in Amman, Jordan (Xinhua/Mohammad Abu G

Amman, Jordan

Con il discorso di Gheddafi sui ratti e sui drogati, sull’America e sull’Italia, è diventato chiaro che il Colonnello resisterà fino alla fine. Il prezzo sarà un bagno di sangue interno; ma, sembra dire Gheddafi, la Libia sono io.

Nella follia cruenta di questa affermazione c’è un grano di verità. La Libia, fino ad oggi, è stata tenuta insieme non da istituzioni, non dall’esercito, ma dal potere personale di Gheddafi. A differenza che nei casi di Tunisia ed Egitto, dove è stato possibile liberarsi del dittatore ma salvare lo stato – grazie a un coup militare morbido dell’esercito – nel caso della Libia il crollo di Gheddafi si porterebbe dietro il crollo del paese. E un vuoto di potere.

Gli apparati militari, in Tunisia ed Egitto, erano sufficientemente forti e unitari per reggere al cambio di vertice. In Libia, il regime è centrato sulla famiglia e la tribù di Gheddafi (Gadafa) e l’esercito ha lealtà divise. Esistono due altre tribù principali (Zuwiyya e Warfalla), i cui capi hanno annunciato di non sostenere più il Colonnello. La tribù Zuwiyya, concentrata nell’Est del paese, è in posizione di ostruire le esportazioni di petrolio del paese. È uno scenario da prevedere, con le sue conseguenze sui prezzi del petrolio e le forniture energetiche di Europa ed Italia.

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