il primo comma dell’ art. 70 della Legge 633/1941 dice che “Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera”.
Potrei citare una brano anche più lungo, e anche di più pagine, mentre non posso trascrivere una poesia di Wisława Szymborska di mezza pagina, perché non è un brano o parte di opera ma un’opera intera.
Negli Stati Uniti, probabilmente, la situazione sarebbe diversa (ma forse non potrei comunque trascrivere le mie poesie preferite), perché le eccezioni e limitazioni, disciplinate nell’UE dall’art. 5 della Direttiva 2001/29 e dalle norme nazionali di attuazione, sono regolate dalla fair use doctrine, sviluppata dalla giurisprudenza e codificata nella Sect. 107 dello U.S. Code (17 U.S.C. 107).
In breve, il fair use è la facoltà di usare opere protette da copyright senza il permesso del titolare, quando ricorrono alcune condizioni. Questi quattro fattori
- lo scopo e il carattere dell’uso,
- la natura dell’opera protetta,
- la quantità dell’opera usata e la sua importanza rispetto all’opera protetta,
- l’effetto dell’uso sul mercato potenziale dell’opera protetta)
sono codificati nella legge ma sono precisati dalla giurisprudenza.
