l loro tempo è adesso. Il nostro dovere è ora: superare il precariato

i lavoratori precari scenderanno nelle piazze di molte città italiane uniti dallo slogan “Il nostro tempo è adesso, la vita non aspetta”. Italia Futura dedica oggi a questo tema fondamentale per il futuro del paese un’analisi della situazione attuale e soprattutto alcune proposte per uscirne.

“Se le cose – scrivono oggi Pietro Ichino, Luca di Montezemolo e Nicola Rossi – andranno come sono andate fin qui, anche in questo caso alle manifestazioni non farà seguito alcun atto concreto”.

La strada per liberarsi del precariato è stretta e impervia ma non per questo impossibile da percorrere.

Come? “Riscrivendo il diritto del lavoro in modo che tutti i nuovi rapporti da qui in avanti possano essere costituiti a tempo indeterminato, anche quelli che fino a oggi sono stati l’espressione patologica della precarietà (contratti a progetto, partite iva fasulle, …), garantendo la piena copertura di eventuali oneri economici aggiuntivi per le imprese piccole e grandi, trattando nella stessa maniera l’operatore privato e l’operatore pubblico”.

“E quindi – proseguono gli autori – un contratto di lavoro a protezione crescente per tutti i futuri lavoratori dipendenti: occupazione a tempo indeterminato per tutti e piena protezione contro le discriminazioni e contro i licenziamenti disciplinari ingiustificati, ma nessuna inamovibilità per motivi economici e organizzativi”.

Sempre sul tema del precariato Marco Simoni propone una riflessione incentrata su coloro che più degli altri vivono sulla propria pelle questo “apartheid del mondo del lavoro”: i giovani; rilanciando e approfondendo le proposte sull’occupazione giovanile di Italia Futura, mai così attuali.

Quattro i fronti su cui intervenire: politiche del lavoro per “garantire diritti elementari a chi oggi ne è privo”, politiche fiscali per “ridurre le tasse sui lavoratori, partendo dai giovani, e il costo dei lavoratori per l’azienda“, politiche per le imprese perché non è possibile leggere senza reagire che “l’Italia è nel mondo all’ottantesimo posto per quanto riguarda la facilità di fare impresa” e infine politiche della formazione per valorizzare le competenze degli italiani di domani e “ridurre l’attuale discrepanza settoriale tra disponibilità di posti di lavoro e numero di lavoratori competenti in grado di raccoglierla“.

Una road map per diventare “un Paese che sceglie di investire sul proprio futuro e sulle generazioni più giovani, anziché lasciare che siano le prime vittime di una economia precaria”.

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Grazie,
Italia Futura

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