Sappiamo che la lettura ci accompagna tutta la vita e che in ogni età ha compiti evolutivi diversi nella formazione del sé. Durante l’infanzia prevale il rapporto con le fiabe, che, come ci insegna Bruno Bettelheim, sono un prezioso materiale fantastico per placare le inquietudini e le paure dei bambini. Nella prima adolescenza tende a emergere il bisogno di esplorare il mondo, di provare sensazioni forti ma controllate e di cercare storie che consentano di identificare se stessi nei processi di crescita: esemplari sono “L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson, o (in chiave più familiare) “Cuore” di Edmondo De Amicis.
Durante la tarda adolescenza e la giovinezza, la lettura si orienta sempre più verso la formazione professionale e il lavoro. Quindi si scelgono autori e generi letterari sempre più specializzati e aderenti ai propri processi cognitivi e di valore. Nell’età adulta il libro è goduto nei momenti di pausa, durante le vacanze o comunque quando l’attività lavorativa si sospende e c’è tempo libero disponibile. Anche in questi anni prevale la propensione alla lettura di testi di saggistica specializzata e di quegli autori che sono diventati progressivamente “compagni di viaggio.
In prevecchiaia, finalmente potremmo dire, la lettura torna a essere un mondo da esplorare e indagare in una prospettiva più libera ed esplorativa…
l’intero articolo qui: Paolo Ferrario, Elogio della lettura, un piacere “over 60” | Muoversi Insieme

Caro Paolo,
non so se hai visto che sono riuscita a recuperare anche il tuo link su Tabucchi…
Buone ore e speriamo ti scrivano in tanti!
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no, non l’ho riletto
allora: grazie ancora di più
ciao
paolo
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