PRENDERSI CURA DEI CHIAROSCURI: LA SCRITTURA POETICA COME ARMONIA DEI CONTRASTI Laboratorio di scrittura autobiografica poetica sulle polarità esistenziali a cura di Leonora Cupane, MILANO 14-15 GENNAIO 2012

PRENDERSI CURA DEI CHIAROSCURI: LA SCRITTURA POETICA COME ARMONIA DEI CONTRASTI
Laboratorio di scrittura autobiografica poetica sulle polarità esistenziali a cura di Leonora Cupane
 
Date: Sabato 14 e domenica 15 gennaio 2012 
Orarisabato 10.30-13,30 e 15-19.30 con pausa merenda; domenica 9 – 13.00 e 14.00- 18.00 con pausa
Costo: 125 euro a persona
Sede: JNAR TEAMA, scuola d’arti e agenzia di spettacolo, Via Luca Signorelli 7, Milano
Per informazioni e iscrizioni: Ornella Caporaso, 02- 29402467; 349 – 3311404orncap@alice.it
Attraverso il respiro, il nostro corpo sta con il mondo in un continuo interscambio vitale fatto di oscillazioni fra estremi opposti, il cui cuore è il ritmo, la danza fra dentro e fuori, ossigeno e scorie, rilassamento e contrazione, azione e passività, prendere e dare, trattenere e rilasciare.
La poesia, così come il respiro, è ritmo, andirivieni fra polarità: la prima è quella fracorpo e mente, proprio perché la poesia è fatta di parole e richiede un’elaborazione mentale, ma due delle sue qualità principali, il ritmo e la musicalità, rimandano l’uno alla pulsazione del cuore e al respiro, al passo, ai cicli naturali, e l’altra alla fisicità, alla materialità sonora del linguaggio verbale. La poesia si muove incessantemente in questo spazio fra la corporeità delle parole – la loro consistenza sensoriale e ritmica – e il significato concettuale, operando un prezioso lavoro di riconnessione. Altre due polarità fondamentali entro cui si muove la poesia sono il silenzio e la parola, ovvero il vuoto e il pieno, proprio per la presenza del ritmo: il dialogo con le pause, con gli spazi bianchi del foglio, rende la poesia un linguaggio “poroso”, che lascia filtrare il silenzio. Il ritmo determina anche le polarità  libertà/vincolo: il poeta è libero di esprimersi utilizzando le parole in modo ampio, esteso, non vincolato dalla logica, ma ha anche l’obbligo di spezzare il discorso e andare a capo in modo non casuale, trovando una forma – ritmo efficace, che funga da argine e impedisca alle parole di disperdersi.
La poesia ha poi, al di là del ritmo, alcuni strumenti specifici che consentono al poeta di armonizzare gli opposti e ricucire i contrasti, le lacerazioni esistenziali: l’antitesi, dove termini contrapposti sono intessuti insieme nello stesso verso, nutrendolo entrambi (mi nutro del chiaro, vago nell’oscuro); l’ossimoro, che unisce polarità opposte in un’unica, inedita immagine (invernale primavera, fertile aridità, dolce amarezza) superando la logica della  contrapposizione; la metafora e la similitudine, che fanno dialogare aspetti apparentemente separati e lontani della realtà, rivelando nessi nascosti e illuminanti (la tua carezza è come l’autunno che spoglia gli alberi; la memoria è una farfalla notturna che, attratta dalla luce, vi si brucia); la rima e l’assonanza, che creano parentele fra parole con suono simile, ma con significato diverso (com’è tutta la vita e il suo travaglio/in questo seguitare una muraglia/ che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia); la sinestesia, che intreccia campi sensoriali differenti (un odore morbido, un suono liquido, una luce ruvida…) e altri ancora.
In conclusione, la poesia costruisce incessantemente ponti fra polarità differenti, compone fratture, salta creativamente abissi e colma vuoti: è la “struttura che connette” di cui parla Gregory Bateson. La poesia è infatti anelito inesausto verso un’irraggiungibile condizione di totalità, di armonia in cui si ricompongono luci e ombre, pieni e vuoti, profondità e superficie, e ogni altro contrasto alla base della nostra esistenza. Tale anelito è inesprimibile a parole, eppure la poesia ci prova continuamente. È questa la sfida del linguaggio poetico: non rinunciare al tentativo di dire ciò che è indicibile, utilizzando una strada divergente e innovativa rispetto al discorso razionale.
In questo laboratorio dunque proveremo a raccontare di noi, a esplorare le “polarità” che caratterizzano la nostra esistenza e il nostro modo di essere, sperimentando i molti modi attraverso cui il linguaggio poetico può aiutarci a riconnetterle e integrarle. Trasformeremo i contrasti in chiaroscuri preziosi che daranno profondità e leggerezza alle nostre scritture. Il gruppo sarà fonte di scambio e arricchimento, grazie all’unicità e all’insostituibilità delle voci di ciascuno.

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