Credo, ha detto, che ”il sistema elettorale migliore per il nostro Paese sia il doppio turno fondato su un sistema di collegi uninominali veri”. E D’Alimonte ha ricordato che per due volte ”siamo stati vicini” a questo sistema: nel 1993 quando pero’ la Dc a seguito delle amministrative, si convinse di non poter vincere con il doppio turno. Il secondo caso fu nel 1996 con il ”tentativo di Maccanico” saltato ”per responsabilita’ di Fini che pensava di diventare lui il leader della destra e chiese le elezioni subito”. Riferendosi alle trattative in corso in questi giorni, D’Alimonte ha affermato che ”in questa fase i collegi uninominali sono morti e sepolti. Per resuscitarli ci vorrebbe un miracolo piu’ complesso della resurrezione di Lazzaro. La Destra sa di perdere e si opporra”.
D’Alimonte e’ quindi passato ad indicare quelle che ha definito ”le cose piu’ spiacevoli”. ”Io -ha detto- il Porcellum non lo considero una porcata”. E perche’ il porcellum non piace? Perche’, ha spiegato, ”spinge la classe politica alla responsabilita’, ad alleanze che che si devono dichiare prima e questo i partiti in genere non lo vogliono fare. Vogliono scegliere dopo. Questo e’ il vero punto dirimente”. Certo il Porcellum ha ”gravi difetti” a partire dalla ”lotteria del Senato” ma ”e’ falso che abbia introdotto la frammentazione” perche’ la causa va ricercata nella ”destrutturazione del sistema dei partiti”. E D’Alimonte ha citato come prova le elezioni del 2006 e del 2008: la prima ha registrato una grande frammentazione, ma la seconda un sistema di partiti paragonalbile alla Germania o all’Inghilterra.
da Legge elettorale: uscire dal Porcellum? Le ricette di Sartori e D’Alimonte.

