“…nessuna rappresentazione della demenza, che non sia la realtà, riuscirà mai ad
emozionarmi più della realtà stessa..”.questo è sempre stato il mio pensiero.
La mia paziente, che non riconosce sé stessa allo specchio, ma mi accoglie con un
“Buongiorno dottoressa”, anche se non ho il camice; il mio paziente, privato da tempo di
una gamba, che mi chiede della mia salute vedendomi un po’ claudicante; o ancora i
complimenti, che so essere scevri da qualsiasi forma di convenienza, o le parolacce dette
con il furore di chi non comprende e non può controllarsi.
Queste sono le mie esperienze quotidiane che mi provocano continuamente una
rivoluzione di sentimenti difficilmente evocabili da rappresentazioni artistiche.
…Questa era la mia convinzione…
Avvicinandomi a queste fotografie però, ritrovo e rivivo la desolazione, l’inquietudine, la
trasformazione, lo strazio, la solitudine che così frequentemente accompagnano questa
malattia; ma anche il pudore, la curiosità, il maternage, la ricerca di punti fermi,
l’affermazione dei sentimenti: una “normale” umanità di chi di “normale”non ha più nulla.
O forse, semplicemente, non ha più il “normale” controllo della ragione: e allora il bacio
alla Madonnina viene dato con un trasporto inusuale; la routine quotidiana del farsi fare la
barba viene vissuta tranquillamente solo se al di fuori di orari convenzionali; il semplice
incrociare le braccia quasi a volersi stringere forte, sembra esprimere il desiderio surreale
di tenersi ciò che ancora si ha dentro…sembra…forse…
A volte c’è uno sprazzo di gioia e allora torna a tormentarmi l’idea che forse l’oblio porti alla
felicità…forse.
Ritrovo angoscia e serenità, sofferenza e gioia, affetto e ingiurie, normalità nella
devastazione: contraddizioni così frequenti in questa malattia.
Quanti” forse…”
Quanti “sembra…”
Quanti “misteri…”
Quanto fascino.
Gloria Belotti – geriatra

LE FOTO ESPRIMONO OGNI SFACETTATURA DI QUESTO TIPO DI SOFFERENZA, MANCA IL SUPPORTO TERAPEUTICO CHE CI DA LA RESILIENZA COSI’ BEN ESPRESSA DA LUCIANA QUAIA NEL SUO NUOVO LIBRO “INTIME ERRANZE”.
ANNA BIGNAMI
7.09.2012
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ciao carissima. vedi che è facile interagire sui blog? maria zanchi è una fotografa professionista di bergamo. e il suo progetto avrà altri sviluppi. vale anche qui il ragionamento che ho fatto spesso in questo mese estivo: un sistema sociale sotto pressione dei bisogni estremi, essi stessi generati dal nostro “benessere” (della civiltà occidentale, come insegna il mio emanuele severino). avremo modi di parlarne. ciao e grazie
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