BEPPE Grillo e la televisione: questo è il vero fenomeno che va studiato con attenzione perché è da qui che il Movimento 5 Stelle diventa un problema politico del quale le elezioni siciliane hanno dato il primo segnale.
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Michele Santoro ha dato inizio al suo “Servizio Pubblico” trasmettendo l’attraversamento dello Stretto di Messina del comico leader del populismo e dell’antipolitica dopo due ore di nuoto. Il “Servizio Pubblico” ha dedicato alla nuotata e al comizio effettuato appena toccata terra parecchi minuti e altrettanti e forse più al comizio successivo infarcito di parolacce (“cazzo”, “coglioni” e “vaffa” punteggiavano quasi ogni frase).
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[grilllo] Non vuole andare in tv perché sarebbe costretto a confrontarsi e a rispondere a domande e non vuole. Vuole soltanto monologare e se un giornalista lo insegue lo copre di contumelie. Quindi fugge dalla televisione ma le televisioni lo inseguono, lo riprendono, lo trasmettono. La Rete è gremita di video sul Grillo comiziante e monologante registrando milioni e milioni di contatti Conclusione: Beppe Grillo gode d’una posizione mediatica incomparabilmente superiore a quella di qualunque altro leader politico di oggi e di ieri. Una posizione che non gli costa nulla, neppure un centesimo, e gli garantisce un ascolto che si ripete fino al prossimo comizio del quale sarà lui a decidere il giorno, l’ora e il luogo.
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Sul suo “blog” uno dei suoi seguaci ha già costruito la futura architettura politica: al Quirinale Di Pietro, capo del governo e ministro dell’Economia Beppe in persona, De Magistris all’Interno, Ingroia alla Giustizia, Saviano all’Istruzione. …
Resta la domanda: perché lo fanno?La risposta l’ha data una persona che ha un suo ruolo nella cultura italiana anche se ha sempre dato prova di notevole bizzarria (uso un eufemismo) intellettuale: Paolo Flores d’Arcais … se Renzi vincerà il Pd si sfascerà e questo è l’obiettivo desiderato da Flores, il quale alle elezioni (così prosegue il suo articolo) voterà per Grillo. Ma perché? Perché Grillo sfascerà tutto e manderà tutti a casa o in galera, da Napolitano a Bersani ad Alfano a Casini, da Berlusconi a D’Alema a Bossi, fino a Monti, Passera, Fornero, Montezemolo… insomma tutti. La palingenesi? Esattamente, la palingenesi.
E poi? Poi verrà finalmente il partito d’azione, quello vagheggiato dai fratelli Rosselli e da pochi altri. Verrà e sarà
un partito di massa. Guidato da lui? Questo Flores non lo dice. E con chi? Ma naturalmente con Travaglio, con Santoro e con tanti altri che hanno in testa disegni così ardimentosi.
A me sembrano alquanto disturbati o bizzarri che dir si voglia, altro non dico.
…1.
La credibilità di Monti è strettamente legata alla sua agenda, in parte già attuata in parte non ancora. Se il futuro governo dovesse smantellare la politica economica di Monti la credibilità dell’Italia crollerebbe con tutte le conseguenze che ne deriverebbero. Un esempio per tutti: se futuri investimenti dovranno essere finanziati con un deficit di bilancio e quindi con un ulteriore aumento del debito pubblico, i mercati porterebbero lo spread ad altezze vertiginose con effetti devastanti sul valore del nostro debito, sulla solidità del nostro sistema bancario e sui tassi d’interesse.
2. Il fallimento della Grecia può essere sopportato sia pure con molte difficoltà dall’Europa ma l’eventuale default dell’Italia …
3. Lo Stato italiano ha assunto una fitta rete di impegni con l’Unione europea e li ha recepiti nella nostra Costituzione. Il mancato rispetto di quegli impegni sconvolgerebbe dunque non solo l’economia ma anche il nostro assetto giuridico e costituzionale.
Ce n’è abbastanza per concludere: in gioco non c’è Monti ma l’Italia. …
Occorre però che il futuro governo abbia il suo asse nel Centro e nella Sinistra democratica. Si chiama appunto centro sinistra, che unisca in unico disegno riformisti e moderati liberali. …
tutto l’articolo qui L’alternativa Grillo, catastrofe annunciata – Repubblica.it.
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