Sul Partito democratico – Lo schema tradizionale con cui il partito maggiore della sinistra italiana si presenta alle elezioni, quello del “pas d’ennemis à gauche” (niente avversari a sinistra) – per quanto corretto con la marginale e tardiva partecipazione di Matteo Renzi alla campagna elettorale – si è clamorosamente confermato per l’ennesima volta perdente: è lo schema che condanna la sinistra italiana a essere minoritaria. V. il seguito: Il vincitore-ombra di queste elezioni.
Su Scelta civica – Non ha avuto il risultato elettorale a cui aspirava. Ma ha pur sempre ottenuto 3,2 milioni di voti, essendo nata da meno di due mesi e avendo condotto una campagna elettorale totalmente priva di organizzazione, oltre che dei mezzi economici di cui usufruiscono i partiti già esistenti. In 50 giorni ha raccolto un terzo dei voti raccolti dal Pd e di quelli raccolti dal PdL. Non è molto, ma non è neppue così poco. Qualcuno dice: se Monti se ne stava con le mani in mano ora sarebbe lui il candidato naturale a guidare il nuovo Governo. Ma davvero gli italiani non grillini dovevano essere posti di fronte alla sola alternativa tra l’asse a vocazione minoritaria Bersani-Vendola e l’asse populista Berlusconi-Maroni?
tutto l’intervento qui Pietro Ichino | CINQUE RIFLESSIONI SUL VOTO.
