Club Alpino Italiano di Como
LA MONTAGNA NEL CINEMA
Giovedì 2/9/16 Maggio 2013
Auditorium Don Guanella
Via Tommaso Grossi Como
Ore 21.00. Ingresso libero.
Giovedì 2 maggio
COLD di Anson Fogel
Regia: Anson Fogel. Fotografia: Cory Richards. Sceneggiatura: Kelly Cordes.
Stati Uniti 2012. 19 minuti.
Genziana d’argento Festival di Trento 2012 Miglior cortometraggio.
“Cold” racconta la prima salita invernale al Gasherbrum II, realizzata da Simone Moro, Denis Urubko e Cory Richards. “Il miglior cortometraggio – recita la nota della giuria di Trento – è un documentario che ha la capacità di mostrare cosa sia la vera sofferenza e la sopravvivenza nell’ascesa invernale di una delle cime più alte al mondo”.
LA VOIE BONATTI di Christophe Dumarest e Yann Borgnet
Francia 2011. 54 minuti.
Nel mese di ottobre del 2010 due alpinisti francesi di alto livello, Christophe Dumarest e Yann Borgnet, realizzano un progetto, che può essere considerato il sogno di ogni alpinista: ripetere in stile alpino, concatenando alcune grandi vie aperte da Bonatti nel massiccio del Monte Bianco. Partono dalla parete nord delle Grandes Jorasses, scalano quindi il Grand Capucin a cui segue il Pilastro Rosso del Brouillard, per terminare sulla cima del Monte Bianco. Scendono a Chamonix con il parapendio per chiudere in bellezza con un tocco personale il loro periplo. Il documentario segue assiduamente i due alpinisti per tutti i sei giorni della loro impresa condotta con allegria, serenità e senza presunzioni. Nessun elicottero è stato utilizzato per effettuare le riprese, seguendo una precisa scelta etica degli alpinisti e del regista.
Giovedì 9 maggio
VERTICALMENTE DEMODÉ di Davide Carrari
Regia e fotografia: Davide Carrari. Aiutoregia e montaggio: Mattia Marceca. Con Maurizio “Manolo” Zanolla e Cristina Zorzi. Italia 2012. 18 minuti.
Genziana d’Oro del CAI Festival di Trento 2012.
“Non è la via più difficile del mondo, è semplicemente la via “sportiva” più difficile che ho scalato. Ha una storia lunga e comincia quando mi sono chiesto la prima volta come potevano essere quei luoghi dove ogni sera andava a morire il sole. Eternit, è nascosta proprio lassù, in un ambiente solitario e dimenticato di queste montagne, piccola e “verticalmente Demodé ” a metà fra i luoghi, dove sono nato e, quelli dove sono vissuto”: con queste parole e con le immagini della roccia della parete e di lui che la sta arrampicando Maurizio Manolo Zanolla racconta le proprie motivazioni ed emozioni ritrovando una via che aveva individuato molti anni prima con la quale aveva a lungo ritenuto impossibile confrontarsi.
ALFONSO VINCI – Il film di una vita avventurosa di Michele Radice.
Regia: Michele Radici. Italia 2012. 60 minuti.
Protagonista del documentario è Alfonso Vinci (1916-1992), uomo poliedrico, alpinista lombardo di punta negli anni ’30, letterato e scienziato, leggendario comandante partigiano durante la Resistenza e in seguito pioniere delle esplorazioni in Venezuela e in Sud America, dove si recò nel primo dopoguerra alla ricerca di nuove cime e di fortuna. Vinci seppe esprimersi come etnografo e antropologo, pubblicando alcuni libri splendidamente scritti sulle popolazioni dei Samatari e sui territori della Cordigliera che egli visitò compiendo importanti ascensioni. Dotato di una personalità assolutamente eccezionale che viene riscoperta e approfondita attraverso un documentario costruito con spezzoni di interviste, splendidi filmati d’epoca girati da Vinci stesso e inedite scene alpinistiche girate appositamente sulle montagne lombarde, a lui tanto care. La notevole quantità di materiali esistenti, filmati, interviste, libri, testimoni viventi, pagine critiche, documenti relativi al periodo bellico, permettono la ricostruzione di un’avventura umana e culturale che trova il suo centro nell’alpinismo ma che lo trascende ed arricchisce entro il più ampio contesto dei molteplici significati della vita.
Giovedì 16 maggio
CAVE OF FORGOTTEN DREAMS di Werner Herzog
Regia: Werner Herzog. Fotografia: Peter Zeitlinger. Montaggio: Joe Bini, Maya Hawke. Musiche: Ernst Reijseger. Francia/Canada/Germania 2010. 95 minuti.
Scoperta per caso nel 1994 dallo speleologo Jean-Marie Chauvet, la grotta Chauvet, situata in Francia, lungo il fiume Ardèche, contiene quasi 500 pitture rupestri risalenti a 320.00 anni fa, le più antiche mai ritrovate. Werner Herzog ottiene dal Ministero francese della Cultura il permesso di filmare per alcune ore al giorno, pochi giorni in tutto, all’interno della grotta, normalmente chiuse ai visitatori per proteggerle. In compagnia di alcuni geologi, archeologi, storici dell’arte e del periodo preistorico, Herzog penetra nelle profondità della terra e della storia, armato di una piccola telecamera assemblata per l’occasione, di una luce fredda per non compromettere l’umidità delle pareti. Ma la lente del regista anziché sottolineare la distanza illumina la magia di un’arte ancora attuale: nei cavalli in movimento lungo le rocce ondivaghe della grotta e nei bufali dalle corna e dalle zampe multiple c’è già l’invenzione dell’immagine in movimento, l’animazione, l’essenza del cinema, tanto nel dispositivo quanto nella funzione di creazione di storie.
