Pietro Ichino vive da più di vent’anni scortato dalla polizia perchè i nipotini della sinistra (molti dei quali annidati fra i camussosauri, gli ex di lotta continua, i brigatisti in pensione, i salottieri di bertinotti) gli hanno promesso di fargli la pelle per le sue proposte in tema di riforme dei contratti di lavoro.
Paolo Ferrario
…
Per me, che ho 64 anni e in politica ho svolto il mio servizio civile da più di 40, il discorso è, in parte, diverso. Già nel dicembre scorso avevo deciso di tornare al mio lavoro in Università; è quello che certamente farò al termine di questa legislatura. Anche se nell’arco della mia vita sono stato per quasi 10 anni in Parlamento, resto un politico di complemento: uno studioso prestato alla politica. Prestato per far camminare idee nuove sul lavoro e il suo mercato. Da qui al termine della legislatura il mio compito resta questo e intendo svolgerlo fino in fondo, se non altro per adempiere l’impegno assunto con gli elettori. Ma non posso essere io (e qui rispondo a molti messaggi che mi sono giunti nei giorni scorsi) a guidare il rilancio del progetto di Scelta Civica. Innanzitutto perché so di difettare delle qualità indispensabili assai più di quanto ne difetti il leader dimissionario. Negli ultimi cinque anni, tutti vissuti in Senato, più che alla politica mi sono sempre dedicato quasi esclusivamente alla elaborazione delle politiche: in materia di lavoro, scuola, amministrazioni pubbliche. Più che al politics ho lavorato alle policies. Il problema è che senza politics le policies non hanno gambe per camminare; ma ragioni anagrafiche mi impongono di continuare a fare il mestiere che è stato il mio fin qui, lasciando ad altri il compito di cercare soluzioni nuove del problema.
…
In questa legislatura, però, due primi risultati sul mio terreno li ho raggiunti: il Governo ha fatto proprio sia l’obiettivo del Codice semplificato del lavoro (con il documentoDestinazione Italia del settembre scorso), sia il progetto della sperimentazione regionale del contratto di ricollocazione (con l’ordine del giorno approvato in Senato il 10 ottobre scorso). Non è poco. Un’altra cosa di cui sono fiero, di questa legislatura, è il tentativo straordinario di mettere insieme, intorno alla strategia europea dell’Italia, persone provenienti da entrambi i versanti rispetto allo spartiacque tradizionale destra/sinistra: oggi dal di fuori può apparire un tentativo fallito, ma per la mia esperienza non è così, abbiamo seminato qualche cosa di importante e non effimero. D’altra parte, qualche volta il seme deve marcire prima di dare frutti.
5. Visto con il senno del poi, l’esperimento di SC è stato un bene per la politica italiana? Nonostante le vicende di questi ultimi giorni, rispondo convintamente “sì”. Senza SC, alle ultime elezioni il PdL avrebbe avuto probabilmente la maggioranza relativa dei voti alla Camera e quindi la maggioranza assoluta dei seggi; Berlusconi si sarebbe fatto eleggere al Quirinale; il Paese avrebbe rischiato una crisi istituzionale – e quindi anche economico-finanziaria – molto più grave di quella che sta attraversando.
…
… tutto l’articolo qui Pietro Ichino | IL GIORNO DOPO: RIFLESSIONI SPARSE E UN BILANCIO.
