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Se consideriamo il cinema come uno specchio entro cui la società si riflette, vedremo che, a partire dall’ultimo decennio del secolo scorso a quello che apre il nuovo millennio, questa scissione tra vecchiaia positiva tesa all’autorealizzazione e vecchiaia evocatrice di fragilità ed assistenza propone nelle pellicole sempre più numerose atteggiamenti e stati d’animo tipici della cultura moderna.
Scriveva Pier Paolo Pasolini: “Riproducendo la realtà, che cosa fa il cinema? Il cinema esprime la realtà con la realtà”. Ed ecco quindi il cinema affermarsi come documento di un’epoca, nello stesso modo in cui, nell’immediato dopoguerra, seppero fare con i loro capolavori Rossellini e De Sica.
Vediamo allora come mutano i volti della vecchiaia nei film che hanno per protagonisti persone della terza e quarta età.
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