La bocca del lupo, di Pietro Marcello, 2009

Il film è un omaggio alla città di Genova e alla (vera) storia d’amore tra due dei suoi figli minori: l’ex-carcerato Enzo e il transessuale Mary. Un amore impossibile e non più giovane che si innesta con naturalezza sull’altro filone del film, affidato ad una bellissima selezione di immagini di repertorio e che più direttamente ha a che fare con la “vecchia” città di Genova, con le sue decadenze e le sue grandezze. 
La storia di Enzo e Mary è raccontata ora con approccio documentaristico, come nella lunga intervista finale ai due riuniti, ora in maniera più “funzionale” o costruita (ma il gioco, si capisce, sta tutto nell’abbattimento dei confini tra i generi) come quando Enzo, la cui naturalezza espressiva e vistosi mustacchi ne fanno un personaggio cinematografico involontario ma a suo modo archetipico, viene pedinato nei suoi pellegrinaggi cittadini e suburbani. 

Mary, donna di casa che sogna il focolare, racconta invece con voce roca e sofferta il progetto di una vita insieme: la casa in campagna, gli animali, il camino, il ritmo delle stagioni.

da La bocca del lupo.

 

 

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