La democrazia islamista, supportata dal voto popolare, si sta trasformando in un’autarchia nazionalista e fondamentalista, al cui comando non c’è un presidente ma un “Sultano” il cui potere va oltre quello, pur ampio, concessogli dalla Costituzione. Mai nella storia, pur segnata da quattro colpi di Stato militari, un uomo ha avuto nelle sue mani il potere che oggi Erdogan invoca. Neanche Ataturk, il padre della Turchia moderna, il generale che aveva in testa l’idea di un Paese pluralista, in politica come nel campo religioso.
Erdogan rispolvera i disegni di grandezza neo ottomani, sfida quell’Europa che pure lo ha riempito di miliardi, senza porgli alcun freno interno, perché divenisse il “Gendarme” delle frontiere esterne. Ed ora che i rapporti con l’America sono tornati ai ferri corti, ecco il “Sultano” tornare a guardare ad Est e riavvicinarsi all’ex nemico russo, Vladimir Putin.
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Sorgente: Turchia – Il pianto di Erdogan, sono lacrime di coccodrillo | l’Unità TV
