| INTERCREATIVITA’
Lei sostiene di essere stato spinto a inventare il web per risolvere alcuni problemi sociali di comunicazione tra le persone. Ora dice che il prossimo passo sarà costruire delle “macchine sociali”. Di che cosa si tratta? “Le macchine sociali sono quelle che consentono alle persone di interagire. Per esempio, quando le persone si connettono, comprano una merce, danno il proprio parere sul servizio ricevuto e consentono ad altri di informarsi. Il web dovrebbe sempre di più servire a creare collegamenti tra le persone”. Per questo usa il termine “intercreatività”, che lei contrappone a quello di interattività? “L’Internet viene usato soprattutto per passare da un documento a un altro usando i link. La cosa importante dovrebbe essere invece collegare le energie creative delle persone, consentendo loro di lavorare insieme, di discutere collettivamente. In realtà si tratta di un obiettivo molto più difficile del previsto Intervista a Tim Berners-Lee (inventore dei software che hanno portato alla nascita del Web) in L’Espresso 1 gennaio 2003, p. 47 |
| C’è un genio nel Web
La Rete è una macchina immensa ma un po’ stupida. Presto però, spiega Berners-Lee, diventerà intelligente. Capace di capire subito che cosa vogliamo da lei |
| Il web ha compiuto undici anni. Lo inventò, nel 1991, Tim Berners-Lee, un ricercatore britannico che allora lavorava al Cern (Centro europeo per la ricerca nucleare) di Ginevra. Da allora il web è diventato più veloce e più professionale, è cresciuto enormemente ed è diventato sempre più multimediale. Soprattutto, è diventato più commerciale. Ma da un punto di vista tecnologico è rimasto sostanzialmente lo stesso. Ora Tim Berners-Lee lavora al Mit di Boston, dove dirige il W3C, il World Wide Web Consortium, che si occupa di “promuovere l’evoluzione del web”. In pratica di progettare il web del futuro. Abbiamo chiesto a Berners-Lee di spiegarci cosa bolle in pentola.
Il web del futuro, nei vostri progetti, ha un nome complesso: “web semantico” Può spiegare che cosa significa? In un articolo pubblicato nel 2001 su “Scientific American” lei fa un esempio concreto: quello di una ragazza che va dal dentista che le ordina una sessione di cure. La ragazza telefona a casa e dice al suo computer di organizzarle la vita nei giorni successivi, spostando gli appuntamenti già presi con altre persone. E’ un mondo dove tutto è interconnesso da una rete intelligente. E’ un’utopia o un obiettivo realistico? Tra quanti anni si realizzerà questo sogno: tra due anni o tra venti? Lei sostiene di essere stato spinto a inventare il web per risolvere alcuni problemi sociali di comunicazione tra le persone. Ora dice che il prossimo passo sarà costruire delle “macchine sociali”. Di che cosa si tratta? “L’Internet viene usato soprattutto per passare da un documento a un altro usando i link. La cosa importante dovrebbe essere invece collegare le energie creative delle persone, consentendo loro di lavorare insieme, di discutere collettivamente. In realtà si tratta di un obiettivo molto più difficile del previsto”. “Il web è come un foglio di carta che deve essere scritto. E’ la società a plasmarlo”. “In linea di massima direi di sì. E direi che questo processo avverrà molto rapidamente. La tv e lo stereo, il telefono e la stampante: saranno tutti in rete e comunicheranno tra loro”. “Molte cose possono essere fatte senza nuove leggi: per esempio proteggere la rete da chi vuole danneggiarla e le singole persone da alcuni rischi privati. Ma ci sono molte preoccupazioni su quello che sono in grado fare i gruppi fuori legge dopo l’11 settembre. La discussione è molto aspra e la soluzione non è semplice da trovare. Ma credo che dobbiamo essere molto attenti nel porre limitazioni alle libertà individuali”. |
