Vittorio Robiati Bendaud, Non ti scordar di me. Storia e oblio del Genocidio Armeno, saggio introduttivo di Paolo Mieli, LiberLibri editore, 2025

Il saggio di Vittorio Robiati Bendaud affronta la storia e la memoria del genocidio armeno (Metz Yeghérn, “il Grande Male”), perpetrato tra il 1915 e il 1921 dall’Impero ottomano con l’obiettivo di annientare la popolazione armena. Il titolo, “Non ti scordar di me”, richiama il fiore scelto come simbolo del centenario del genocidio e diventa un imperativo morale contro l’oblio e la rimozione storica1 5.

L’autore non si limita a ricostruire i fatti storici, ma analizza anche le cause profonde e, soprattutto, la persistenza del negazionismo, considerato elemento essenziale e costitutivo del processo genocidario. Questo negazionismo, perseguito in modo sistematico dallo Stato turco e dall’Azerbaigian, si è esteso anche in Occidente, favorito da complicità politiche, accademiche e mediatiche1 2 5.

Robiati Bendaud sottolinea come la Turchia, a differenza della Germania dopo la Prima guerra mondiale, non sia mai stata costretta a fare i conti con la propria responsabilità storica. Il mancato riconoscimento e la rimozione del genocidio hanno permesso il ripetersi di politiche antiarmene, come dimostrano le recenti vicende del Nagorno-Karabakh (Artsakh), dove gli armeni sono ancora oggi vittime di pulizia etnica ed etnocidio nel silenzio del mondo libero1 2 5.

Temi centrali

Negazionismo come processo attivo: Il negazionismo non è solo una rimozione postuma, ma una componente attiva e “essenziale” del genocidio stesso, che permette la riproposizione di nuove violenze e la perpetuazione dell’impunità2 5.
Responsabilità internazionale: Il libro denuncia il disinteresse e la complicità dell’Occidente, che non solo non ha sanzionato la Turchia, ma ha spesso contribuito a occultare o minimizzare la portata del genocidio, tradendo così i principi fondamentali delle società liberal-democratiche2.
Attualità della questione armena: L’autore mostra come la tragedia armena non sia solo un fatto storico, ma una realtà ancora viva, con gli armeni nuovamente sotto attacco e vittime di discriminazioni e violenze1 5.
Memoria e oblio: Il saggio riflette sul ruolo della memoria storica e sui meccanismi di rimozione e censura che hanno permesso la creazione di tabù e la manipolazione della narrazione storica, impedendo una reale assunzione di responsabilità collettiva2.

Il saggio introduttivo di Paolo Mieli

Paolo Mieli, nella sua introduzione, evidenzia come il negazionismo sia stato “magistralmente perseguito e realizzato” e abbia consentito il riattivarsi di politiche belliche contro gli armeni. Mieli sottolinea la gravità di un processo di cancellazione dalla storia e dalla memoria, avviato già da Atatürk, che ha reso possibile il ripetersi di nuove violenze fino ai giorni nostri5 4.

Destinatari e importanza

Il libro si rivolge a storici, studiosi, operatori culturali e a chiunque sia interessato a comprendere non solo la storia del genocidio armeno, ma anche i meccanismi che permettono l’oblio e la ripetizione dei grandi crimini contro l’umanità. La riflessione di Robiati Bendaud si inserisce nel dibattito contemporaneo sulla memoria, la responsabilità e la necessità di riconoscere e prevenire i genocidi2 5.

Conclusione

“Non ti scordar di me. Storia e oblio del genocidio armeno” di Vittorio Robiati Bendaud, con l’introduzione di Paolo Mieli, è un saggio rigoroso e attuale che denuncia la persistenza del negazionismo e l’indifferenza internazionale, mostrando come la tragedia armena sia ancora una ferita aperta nella storia del Novecento e nel presente1 2 5.

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