vai all’articolo in Corriere della Sera:
una citazione:
…. Cosa le manca di più?
«La libertà di movimento, la clausura è un incubo; e lo è anche dover sempre mentire per difendere gli spazi privati. Le mie relazioni amichevoli e amorose sono compromesse da come io ho deciso di vivere la mia condizione. Qualsiasi incontro lo devo fare in casa. Se esco, con cinque carabinieri di scorta, a volte sette, non sono certo invisibile. E la visibilità è la fine di ogni gesto intimo. La tensione, tra i processi e i casini vari, è così alta che chiunque abbia a che fare con me si sente in dovere di difendermi. E tutto questo è diventato pesantissimo. Frequentarmi significa stare dalla mia parte, essere inserito nella mia bolla. La sera di Pasqua i miei parenti, i miei amici mi hanno tenuto compagnia fino alle 7 di sera. Poi sono usciti per Napoli, hanno fatto le 4 del mattino, e hanno fatto benissimo. Ma io sono dovuto restare a casa da solo. Simbolo della mia esistenza».
È così anche per l’amore?
«Soprattutto per l’amore. Quando voglio bene a una persona, quando una persona mi vuole bene, il rapporto è sabotato. Lei ti saluta, esce, e tu resti chiuso. E non è colpa di chi esce, anzi nessun sentimento sopravvive alla gabbia. E sarei un uomo di potere? Mi viene attribuito un potere che non ho». ….
