Comitato etico e cure palliative: i punti critici della bozza di legge sul fine vita, articolo di Simone Alliva, in Domani, 25 giugno 2025

Punti critici della bozza di legge sul fine vita: comitato etico e cure palliative

La bozza di legge sul fine vita attualmente in discussione al Senato presenta diversi punti critici, in particolare riguardo al ruolo del comitato etico e all’obbligatorietà delle cure palliative, come evidenziato anche nell’articolo di Simone Alliva su Domani del 25 giugno 2025.

Comitato etico: struttura e criticità

  • La decisione finale sulla possibilità di accedere al suicidio medicalmente assistito viene attribuita a un “Comitato nazionale di valutazione etica”, composto da sette membri (giurista, bioeticista, anestesista, palliativista, psichiatra, psicologo, infermiere), tutti nominati dal Consiglio dei ministri e in carica per cinque anni, rinnovabili due volte12.
  • Il comitato ha tempi di risposta potenzialmente molto lunghi: fino a 240 giorni (8 mesi) per valutare la richiesta, considerando proroghe e pareri specialistici non vincolanti21.
  • In caso di diniego, il paziente potrà presentare una nuova richiesta solo dopo 48 mesi (4 anni), un termine che appare sproporzionato rispetto all’urgenza e alla gravità delle condizioni dei richiedenti21.
  • La composizione e la nomina governativa del comitato sollevano dubbi sull’indipendenza e sulla trasparenza delle decisioni, rischiando di trasformare la valutazione in un atto più politico che sanitario o etico2.

Obbligo di cure palliative

  • La bozza prevede che il paziente debba essere obbligatoriamente inserito in un percorso di cure palliative prima di poter accedere al suicidio medicalmente assistito, un vincolo che non era previsto nelle sentenze della Corte costituzionale (in particolare la 242/2019)21.
  • Questo requisito può essere interpretato come un ostacolo aggiuntivo all’autodeterminazione, poiché impone un percorso sanitario che potrebbe non essere in linea con la volontà del paziente e che non trova fondamento nelle decisioni dei giudici costituzionali2.

Altri limiti e questioni aperte

  • Il testo restringe l’accesso solo a chi sia “tenuto in vita da trattamenti sostitutivi di funzioni vitali” e affetto da una patologia irreversibile che provochi sofferenze fisiche e psicologiche intollerabili, restringendo ulteriormente il campo rispetto alle indicazioni della Consulta21.
  • La legge, nella sua formulazione attuale, enfatizza la “tutela della vita dal concepimento alla morte naturale”, dichiarando nulli tutti gli atti contrari a questa finalità, recependo così la visione dello “Stato etico” e della componente pro-life della maggioranza2.

Conclusioni
Le principali criticità della bozza di legge risiedono dunque:

  • Nella centralità e nei poteri del comitato etico, con tempi e modalità che rischiano di negare di fatto il diritto all’autodeterminazione.
  • Nell’obbligo di cure palliative come condizione preliminare, non previsto dalla Corte costituzionale.
  • Nei tempi di attesa eccessivi e nelle restrizioni all’accesso, che potrebbero rendere la legge inefficace per molti pazienti.

Questi elementi sono stati oggetto di forti critiche da parte di associazioni, giuristi e parte dell’opposizione, che ritengono la proposta inadeguata rispetto ai principi di libertà e dignità sanciti dalla giurisprudenza costituzionale e dal dibattito europeo sul fine vita21.

  1. https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=130534
  2. https://ilmanifesto.it/fine-vita-con-dolore-in-arrivo-il-ddl-secondo-lo-stato-etico-di-meloni
  3. https://ristretti.org/dal-concepimento-alla-morte-naturale-la-legge-sul-fine-vita-per-colpire-laborto
  4. https://www.avvenire.it/attualita/pagine/cure-palliative-comitato-etico-sanita-passa-di-q

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