I servizi educativi per l’infanzia in Italia. Dalla pandemia al PNRR: trasformazioni e sfide dei servizi educativi per l’infanzia 2023-24

I servizi educativi per l’infanzia in Italia stanno vivendo un periodo di trasformazioni significative e sfide importanti, soprattutto nel contesto post-pandemico e sotto l’influsso degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Situazione Attuale (Anno Educativo 2023/2024)

Le strutture educative per la prima infanzia censite sul territorio nazionale hanno superato le 14.000 unità, con un aumento del 4,5% dei posti disponibili rispetto all’anno educativo precedente.
Tuttavia, la domanda di servizi continua a crescere più rapidamente rispetto all’offerta: il 59,5% delle strutture segnala bambini in lista d’attesa, con un peggioramento rispetto al 56,3% dell’anno precedente.
Le difficoltà maggiori nel soddisfare la domanda si riscontrano soprattutto nei servizi pubblici, con il 68,9% che dichiara richieste inevase, percentuale più elevata nel Nord Italia (73,3%).

Disuguaglianze Territoriali e Sociali

Il tasso di copertura nazionale dei posti nei servizi educativi ha raggiunto il 30%, migliorando rispetto al 27,1% pre-pandemia (2019/2020), ma ancora distante dall’obiettivo europeo del 45% fissato per il 2030.
Sono molto marcate le differenze territoriali: nel Mezzogiorno la copertura è molto bassa (Campania 13,2%, Sicilia 13,9%, Calabria 15,7%), mentre il Centro-Nord ha già raggiunto e superato il Livello Essenziale delle Prestazioni (33 posti ogni 100 bambini).
Dal punto di vista sociale, i bambini provenienti da famiglie a rischio di povertà, con cittadinanza straniera o con madri non lavoratrici hanno un accesso inferiore ai servizi rispetto ai coetanei. È evidente il ruolo dei nidi anche come strumento di conciliazione lavoro-famiglia, dato che le priorità di accesso spesso premiano i bambini con genitori occupati.

Impatti della Pandemia

Durante la pandemia, i servizi educativi hanno mostrato una notevole resilienza, adottando forme innovative di supporto pedagogico e canali di comunicazione con le famiglie.
Il 10% delle strutture ha sospeso completamente l’attività, mentre molte hanno dovuto ridurre il numero dei bambini accolti o modificare l’orario di apertura.
I costi di gestione sono aumentati significativamente, con conseguente aumento delle tariffe per le famiglie in molti casi.

Il PNRR: Opportunità e Sfide

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta una svolta importante con un investimento di oltre 4,6 miliardi di euro per il potenziamento dei servizi educativi 0-6 anni.
L’obiettivo è costruire nuovi asili nido, mettere in sicurezza quelli esistenti e migliorare la qualità dei servizi, con la previsione di creare circa 228.000 nuovi posti nei prossimi anni.
Tuttavia, le sfide rimangono rilevanti, in particolare la capacità degli enti locali di spendere efficacemente le risorse e la difficoltà a reperire personale educativo qualificato, necessario per far funzionare i nuovi servizi.
Il pieno raggiungimento degli obiettivi richiederà un incremento stimato di circa 24.000 educatori aggiuntivi.

Considerazioni Finali

Il quadro generale indica un sistema in crescita ma ancora insufficiente a soddisfare pienamente la domanda, con forti disuguaglianze territoriali e sociali che penalizzano molte famiglie. La pandemia ha messo alla prova i servizi educativi, che però hanno dimostrato capacità di adattamento e resilienza. Il PNRR offre strumenti e risorse per un ampliamento e miglioramento significativi, ma il successo dipenderà dalla capacità di realizzare efficacemente gli investimenti e di rafforzare il capitale umano educativo.

Questi elementi sono emersi dalla collaborazione tra il Dipartimento per le politiche della famiglia, l’Istat e l’Università Ca’ Foscari di Venezia, che hanno condotto indagini e prodotto report dettagliati presentati nel 2025, arricchendo la base dati per orientare le politiche pubbliche future.

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