L’articolo “Il federalismo ha fermato l’autocrazia trumpiana” di Sergio Fabbrini, pubblicato su Il Sole 24 Ore il 9 novembre 2025, analizza come il sistema federale degli Stati Uniti abbia limitato le spinte autocratiche di Donald Trump, grazie alla distribuzione dei poteri tra stati e istituzioni.
Ecco un riassunto dei punti principali dell’articolo:
🏛️ Il ruolo del federalismo americano
- Fabbrini sostiene che il federalismo statunitense ha agito come un freno istituzionale alle tendenze autocratiche di Trump, impedendogli di concentrare il potere nelle sue mani.
- Gli stati federati, con i loro poteri autonomi, hanno contrastato molte delle iniziative presidenziali, specialmente in ambiti come la gestione della pandemia, le politiche ambientali e i diritti civili.
⚖️ Bilanciamento dei poteri
- Il sistema di checks and balances ha funzionato: Corti federali, governatori e assemblee statali hanno spesso bloccato o modificato le decisioni dell’esecutivo.
- Fabbrini evidenzia come la Corte Suprema e i tribunali inferiori abbiano giocato un ruolo cruciale, anche quando nominati da Trump stesso, nel mantenere l’equilibrio costituzionale.
🗳️ Elezioni e democrazia locale
- Le elezioni locali e statali hanno permesso una mobilitazione democratica dal basso, che ha contrastato la retorica populista e autoritaria.
- Fabbrini sottolinea che la pluralità dei centri decisionali ha impedito la deriva verso un regime personalistico.
🌍 Implicazioni internazionali
- L’articolo riflette anche sul valore del federalismo come modello democratico per altri paesi, in particolare in Europa, dove la centralizzazione può favorire derive autoritarie.
- Fabbrini propone una riflessione su come l’Unione Europea potrebbe trarre insegnamento dal modello federale americano per rafforzare la sua resilienza democratica.
