Mario Monti – Presidente del consiglio dei ministri: DICHIARAZIONI PROGRAMMATICHE DEL GOVERNO

DICHIARAZIONI PROGRAMMATICHE DEL GOVERNO

Signor Presidente, è con grande emozione che mi rivolgo a voi come primo atto del percorso rivolto ad ottenere la fiducia del Parlamento al Governo ieri costituito.
Desidero rivolgere un saluto deferente al Capo dello Stato, Presidente Napolitano, che con grande saggezza, perizia e senso dello Stato, ha saputo risolvere una situazione difficile in tempi ristrettissimi, nell’interesse del Paese e di tutti i cittadini. Vorrei anche rinnovargli la mia gratitudine per la fiducia accordata alla mia persona, per il sostegno e la partecipazione che mi ha costantemente assicurato nei miei sforzi per comporre un Governo che potesse soddisfare le richieste delle forze politiche e al contempo dare risposte efficaci alle gravi sfide che il nostro Paese ha di fronte a sé. Il Parlamento è il cuore pulsante di ogni politica di Governo, lo snodo decisivo per il rilancio e il riscattoPag. 4della vita democratica. Al Parlamento vanno riconosciute e rafforzate attraverso l’azione quotidiana di ciascuno di noi, dignità, credibilità, autorevolezza. Da parte mia vi sarà sempre una chiara difesa del ruolo di entrambe le Camere quali protagoniste del pubblico dibattito.

Governo di impegno nazionale.

Il Governo riconosce di essere nato per affrontare in spirito costruttivo e unitario una situazione di seria emergenza. «Governo di impegno nazionale» significa assumere su di sé il compito di rinsaldare le relazioni civili e istituzionali fondandole sul senso dello Stato. È il senso dello Stato e la forza delle istituzioni che evita la degenerazione del senso di famiglia in familismo, dell’appartenenza alla comunità di origine in localismo, del senso del partito in settarismo.

Le difficoltà del momento attuale.

L’Europa sta vivendo i giorni più difficili dagli anni del secondo dopoguerra. Il progetto che dobbiamo alla lungimiranza di grandi uomini politici, quali furono Konrad Adenauer, Jean Monnet, Robert Schuman e Alcide De Gasperi, e che per 60 anni abbiamo perseguito, passo dopo passo, dal Trattato di Roma, all’Atto Unico, ai Trattati di Maastricht e di Lisbona, è sottoposto alla prova più grave dalla sua fondazione. Un fallimento non sarebbe solo deleterio per noi europei: farebbe venire meno la prospettiva di un mondo più equilibrato, in cui l’Europa possa meglio trasmettere i suoi valori ed esercitare il ruolo che ad essa compete in un mondo sempre più bisognoso di una governance multilaterale efficace.
Non illudiamoci che il progetto europeo possa sopravvivere se dovesse fallire l’Unione monetaria. La fine dell’euro disgregherebbe il mercato unico, le sue regole, le sue istituzioni. Ci riporterebbe là dove l’Europa era negli anni ’50.
La gestione della crisi ha risentito di un difetto di governance, e in prospettiva dovrà essere superata con azioni a livello europeo. Ma solo se riusciremo ad evitare che qualcuno ci consideri «l’anello debole dell’Europa» potremo ricominciare a contribuire a pieno titolo all’elaborazione di queste riforme. Altrimenti ci ritroveremo soci di un progetto che non avremo contribuito ad elaborare, ideato da Paesi che, pur avendo a cuore il futuro dell’Europa, hanno anche a cuore i loro interessi nazionali, tra i quali non c’è necessariamente un’Italia forte.
Il futuro dell’euro dipende anche da ciò che farà l’Italia nelle prossime settimane. Gli investitori internazionali detengono quasi metà del nostro debito pubblico. Dobbiamo convincerli che abbiamo imboccato la strada di una riduzione graduale ma durevole del rapporto fra debito pubblico e prodotto interno lordo. Quel rapporto è oggi al medesimo livello al quale era 20 anni fa, ed è il terzo più elevato fra i paesi dell’OCSE. Per raggiungere questo obiettivo intendiamo far leva su tre pilastri: rigore di bilancio, crescita ed equità.
Nel ventennio trascorso l’Italia ha fatto molto per riportare in equilibrio i conti pubblici, sebbene alzando l’imposizione fiscale su lavoratori dipendenti e imprese più che riducendo in modo permanente la spesa pubblica corrente. Tuttavia, quegli sforzi sono stati frustrati dalla mancanza di crescita. L’assenza di crescita ha annullato i sacrifici fatti. Dobbiamo porci obiettivi ambiziosi, sul pareggio di bilancio, sulla discesa del rapporto fra debito e prodotto interno lordo, ma non saremo credibili se non ricominceremo a crescere.
Ciò che occorre fare per ricominciare a crescere è noto da tempo: gli studi dei migliori centri di ricerca italiani avevano individuato le misure necessarie molto prima che esse venissero recepite nei documenti che in questi mesi abbiamo ricevuto dalle istituzioni europee. Sono per lo più provvedimenti volti a rendere meno ingessata l’economia, facilitare la nascita di nuove imprese e poi indurne la crescita, migliorare l’efficienza dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche, favorire l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovaniPag. 5e delle donne, le due grandi risorse sprecate del nostro paese – per citare solo i più ovvi.
L’obiezione che spesso si oppone a queste misure è che servono, certo, ma nel breve periodo fanno poco per la crescita. È un’obiezione dietro la quale spesso si maschera chi queste misure non vuole perché teme che ledano gli interessi di qualcuno. Evidentemente, più tardi si comincia, più tardi arriveranno i benefici delle riforme. Ma soprattutto le scelte degli investitori che acquistano i nostri titoli pubblici sono guidate dalle loro aspettative su come sarà l’Italia fra dieci, vent’anni, quando scadranno i titoli che acquistano oggi. Riforme che hanno effetti anche graduali sulla crescita, influendo sulle aspettative degli investitori, possono riflettersi in una riduzione immediata dei tassi di interesse, con conseguenze positive sulla crescita stessa.
I sacrifici necessari per ridurre il debito e per far ripartire la crescita dovranno essere equi. Maggiore sarà l’equità, più accettabili saranno quei provvedimenti, e più ampia, mi auguro, sarà la maggioranza che in Parlamento riterrà di poterli sostenere. Equità significa chiedersi quale sia l’effetto delle riforme non solo sulle componenti relativamente forti della società, quelle che hanno la forza di associarsi, ma anche sui giovani e sulle donne.
Dobbiamo renderci conto che se falliremo, se non troveremo la necessaria unità di intenti, la spontanea evoluzione della crisi finanziaria ci sottoporrà tutti, ma soprattutto le fasce più deboli della popolazione, a condizioni ben più dure.

L’azione di sostegno alla crescita.

La crisi che stiamo vivendo è internazionale, ma l’Italia ne ha risentito in maniera particolare. Secondo la Commissione Europea, al termine del prossimo anno il prodotto interno lordo dell’Italia sarebbe ancora 4 punti e mezzo al di sotto del livello raggiunto prima della crisi. Per la stessa data, l’area dell’euro nel suo complesso avrebbe invece recuperato la perdita di prodotto dovuta alla crisi. Francia e Germania raggiungerebbero questo traguardo nell’anno in corso.
La relativa debolezza della nostra economia precede l’avvio della crisi: tra il 2001 e il 2007 il prodotto italiano è cresciuto di 6,7 punti percentuali, contro i 12 della media dell’area dell’euro, i 10,8 della Francia, gli 8,3 della Germania. I risultati sono deludenti al Nord come al Sud.
La crisi ha colpito più duramente i giovani. Ad esempio, nei 15 paesi che componevano l’UE fino al 2004, tra il 2007 e il 2010 il tasso di disoccupazione nella classe di età 15-24 è aumentato di 5 punti percentuali. In Italia di 7,6 punti.
Il nostro Paese rimane caratterizzato da profonde disparità territoriali. Il lungo periodo di bassa crescita e la crisi le hanno accentuate. Esiste una questione meridionale: infrastrutture, disoccupazione, innovazione, rispetto della legalità. I problemi del Mezzogiorno vanno affrontati non nella logica del chiedere di più, ma di una razionale modulazione delle risorse. Esiste anche una questione settentrionale: costo della vita, delocalizzazione, nuove povertà, bassa natalità. Il riequilibrio di bilancio, le riforme strutturali e la coesione territoriale richiedono piena e leale collaborazione tra i diversi livelli istituzionali. Occorre riconoscere il valore costituzionale delle Autonomie speciali nel duplice binario di responsabilità e reciprocità. In quest’ottica, per rispondere alla richiesta formulata dalle istituzioni territoriali nel corso delle consultazioni, ho deciso in questa prima fase di assumere direttamente le competenze relative agli affari regionali. Spero in questo modo di manifestare una consapevolezza condivisa che il lavoro comune con le autonomie territoriali debba proseguire e rafforzarsi nonostante le difficoltà dell’agenda economica. In tale prospettiva si dovrà senza indugio operare per un uso efficace dei fondi strutturali dell’Unione europea.
Sono consapevole che sarebbe un’ambizione eccessiva da parte mia pretendere di risolvere, in un arco di tempo limitato quale quello di questa fine legislatura,Pag. 6problemi che hanno origini profonde e sono radicati in consuetudini e comportamenti consolidati. Ciò che mi prefiggo è impostare il lavoro, mettere a punto gli strumenti che permettano ai governi che ci succederanno di proseguire un processo di cambiamento duraturo.
Per questo il programma che vi sottopongo oggi si compone di due parti che hanno obiettivi e orizzonti temporali diversi: da un lato una serie di provvedimenti per affrontare l’emergenza, assicurare la sostenibilità della finanza pubblica e restituire fiducia nelle capacità del nostro Paese di reagire e sostenere una crescita duratura ed equilibrata. Dall’altro, delineare con iniziative concrete un progetto per modernizzare le strutture economiche e sociali in modo da ampliare le opportunità per le imprese, i giovani, le donne e tutti i cittadini, in un quadro di ritrovata coesione sociale e territoriale.
Onorevole Presidente, in considerazione dell’urgenza con cui abbiamo dovuto operare per la formazione di questo Governo, intendo presentarvi gli aspetti essenziali dell’azione che intendiamo svolgere. Se otterremo la fiducia di questo Parlamento, ciascun Ministro esporrà alle Commissioni parlamentari competenti le politiche attraverso le quali, nei singoli settori, queste azioni verranno attuate.

Rigore e risanamento dei conti pubblici.

Il vincolo Costituzionale del pareggio di bilancio.

È in discussione in Parlamento una proposta di legge costituzionale per introdurre un vincolo di bilancio in pareggio per le Amministrazioni pubbliche, in coerenza con gli impegni presi nell’ambito dell’Eurogruppo. L’adozione di una regola di questo tipo può contribuire a mantenere nel tempo il pareggio di bilancio programmato per il 2013, evitando che i risultati conseguiti con intense azioni di risanamento vengano erosi negli anni successivi, come è accaduto in passato. Affinché il vincolo sia efficace dovranno essere chiarite le responsabilità dei singoli livelli di Governo. A questo proposito, e anche in considerazione della complessità della regola (ad esempio l’aggiustamento per il ciclo) sarà opportuno studiare l’esperienza di alcuni paesi europei che hanno affidato ad Autorità indipendenti la valutazione del rispetto sostanziale della regola. Sarà anche necessario attuare rapidamente l’armonizzazione dei bilanci delle Amministrazioni pubbliche. Opportunamente, la proposta di legge in discussione in Parlamento già prevede l’assegnazione allo Stato della potestà legislativa esclusiva in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici.

L’attuazione delle norme già varate e gli impegni assunti con l’Europa.

Nell’immediato daremo piena attuazione alle manovre varate nel corso dell’estate, completandole attraverso interventi in linea con la lettera di intenti inviata alle autorità europee. Nel corso delle prossime settimane valuteremo la necessità di ulteriori correttivi.
Una parte significativa della correzione dei saldi programmata durante l’estate (4, 16 e 20 miliardi, rispettivamente, nel 2012, 2013 e 2014) è attesa dall’attuazione della riforma dei sistemi fiscale ed assistenziale. Dovremo pervenire al più presto ad una definizione di tale riforma e ad una valutazione prudenziale dei suoi effetti. Dovranno inoltre essere identificati gli interventi volti a colmare l’eventuale divario rispetto a quelli indicati nella manovra di bilancio.

Il costo degli organi elettivi.

Di fronte ai sacrifici che dovranno essere richiesti ai cittadini, sono ineludibili interventi volti a contenere i costi di funzionamento degli organi elettivi. I soggetti che ricoprono cariche elettive, i dirigenti designati politicamente nelle società di diritto privato finanziate con risorse pubbliche, più in generale quanti rappresentano le istituzioni ad ogni livello, politico e amministrativo, dovranno agirePag. 7con sobrietà, e attenzione al contenimento dei costi, dando un segnale concreto e immediato. Si dovranno rafforzare gli interventi effettuati con le ultime manovre di finanza pubblica con l’obiettivo di allinearci rapidamente alle best practice europee. Per quanto di mia competenza avvierò immediatamente una spending review del Fondo unico della Presidenza del Consiglio.
Ritengo inoltre necessario ridurre le sovrapposizioni tra i livelli decisionali e favorire la gestione integrata dei servizi per gli enti locali di minori dimensioni. Il riordino delle competenze delle Province può essere disposto con legge ordinaria; la prevista specifica modifica della Costituzione potrà completare il processo, consentendone la completa eliminazione, così come prevedono gli impegni presi con l’Europa.

La spesa corrente delle Pubbliche amministrazioni.

Per garantire la natura strutturale della riduzione delle spese dei Ministeri decisa con la legge di stabilità, andrà definito rapidamente il programma per la riorganizzazione della spesa previsto dalla Legge 14 settembre 2011 n. 148, in particolare per quanto riguarda l’integrazione operativa delle agenzie fiscali, la razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dell’amministrazione dello Stato, il coordinamento delle attività delle forze dell’ordine, l’accorpamento degli enti della previdenza pubblica, la razionalizzazione dell’organizzazione giudiziaria. Gli interventi saranno coordinati con la spending review in corso, che intendo rafforzare e rendere particolarmente incisiva con la precisa individuazione di tempi e responsabilità.

La previdenza.

Negli scorsi anni la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi, che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i più sostenibili in Europa e tra i più capaci di assorbire eventuali shock negativi. Già adesso l’età di pensionamento nel caso di vecchiaia, tenendo conto delle cosiddette finestre, è superiore a quella dei lavoratori tedeschi e francesi. Ma il nostro sistema pensionistico rimane caratterizzato da ampie disparità di trattamento, fra diverse generazioni e categorie di lavoratori, nonché da aree ingiustificate di privilegio.

L’evasione fiscale.

Il rispetto delle regole e delle istituzioni, e la lotta all’illegalità, riceveranno attenzione prioritaria da questo Governo. Per riacquistare fiducia nel futuro dobbiamo avere fiducia nelle istituzioni che caratterizzano uno Stato di diritto. Quindi lotta all’evasione fiscale e all’illegalità. Non solo per aumentare il gettito, ma anche per abbattere le aliquote. Questo può essere fatto con efficacia prestando particolare attenzione al monitoraggio della ricchezza accumulata, e non solo ai redditi prodotti.
L’evasione fiscale continua a essere un fenomeno rilevante: il valore aggiunto sommerso è quantificato nelle statistiche ufficiali in quasi un quinto del prodotto. Interventi incisivi in questo campo possono ridurre il peso dell’aggiustamento sui contribuenti che rispettano le norme. Occorre ulteriormente abbassare la soglia per l’uso del contante, favorire un maggior uso della moneta elettronica, accelerare la condivisione delle informazioni tra le diverse amministrazioni, potenziare e rendere operativi gli strumenti di misurazione induttiva del reddito e migliorare la qualità degli accertamenti.

L’imposta sugli immobili.

Il decreto legislativo n. 23 del 14 marzo 2011 prevede, per il 2014 l’entrata in vigore dell’imposta municipale che assorbirà l’attuale ICI (escludendo tuttavia la prima casa) e l’Irpef sui redditi fondiari da immobili non locati comprese le relative addizionali. In questa cornice intendiamo riesaminare il peso del prelievo sulla ricchezza immobiliare. Tra i principali paesi europei, l’Italia è caratterizzata da un’imposizionePag. 8sulla proprietà immobiliare particolarmente bassa. L’esenzione dall’ICI delle abitazioni principali costituisce, nel confronto internazionale, un’anomalia del nostro ordinamento tributario.

Cessioni immobiliari.

Il primo elenco di cespiti immobiliari da avviare alla dismissione sarà definito nei tempi previsti dalla legge di stabilità cioè entro il 30 Aprile 2012. La lettera di intenti inviata alla Commissione europea prevede proventi di «almeno 5 miliardi all’anno nel prossimo triennio». A tal scopo verrà definito un calendario puntuale per i successivi passi del piano di dismissioni e di valorizzazione del patrimonio pubblico.

Politiche macroeconomiche per la crescita.

È necessario volgere tutte le politiche pubbliche, a livello sia macroeconomico sia microeconomico, a sostegno della crescita, sia pur nei limiti determinati dal vincolo di bilancio.
La pressione fiscale in Italia è elevata nel confronto storico e in quello internazionale; supera di due punti quella media degli altri paesi dell’area dell’euro. Ancor più se la si calcola non tenendo conto dell’economia sommersa. Nei prossimi anni è destinata a crescere ulteriormente ma una volta raggiunto il pareggio i proventi derivanti dalla riduzione delle aree di evasione dovranno essere utilizzati per ridurre le aliquote legali. Nel tempo e via via che si manifesteranno gli effetti della spending review, sarà possibile programmare una graduale riduzione della pressione fiscale.
Ma anche prima, a parità di gettito, la composizione del prelievo fiscale può essere modificata in modo da renderla più favorevole alla crescita. Coerentemente con il disegno della delega fiscale e della clausola di salvaguardia che l’accompagna, una riduzione del peso delle imposte e dei contributi che gravano sul lavoro e sull’attività produttiva, finanziata da un aumento del prelievo sui consumi e sulla proprietà, sosterrebbe la crescita senza incidere sul bilancio pubblico.
Dal lato della spesa, un impulso all’attività economica potrà derivare da un aumento del coinvolgimento dei capitali privati nella realizzazione di infrastrutture. Gli incentivi fiscali stabiliti con la legge di stabilità sono un primo passo, ma è necessario anche intervenire sulla regolamentazione del project financing in modo da ridurre il rischio associato alle procedure amministrative. Occorre inoltre operare per raggiungere gli obiettivi fissati in sede europea con l’Agenda Digitale e promuovere la diffusione della banda larga.

Mercato del lavoro e flex-security.

Con il consenso delle parti sociali dovranno essere riformate le istituzioni del mercato del lavoro per allontanarci da un mercato duale dove alcuni sono fin troppo tutelati, mentre altri sono totalmente privi di tutele e assicurazioni in caso di disoccupazione. Le riforme in questo campo dovranno avere il duplice scopo di rendere più equo il nostro sistema di tutela del lavoro e di sicurezza sociale, e anche di facilitare la crescita della produttività, tenendo conto dell’eterogeneità che contraddistingue l’economia italiana. In ogni caso, il nuovo ordinamento che andrà disegnato verrà applicato ai nuovi rapporti di lavoro per offrire loro una disciplina veramente universale, mentre non verranno modificati i rapporti di lavoro regolari e stabili in essere.
Intendiamo perseguire lo spostamento del baricentro della contrattazione collettiva verso i luoghi di lavoro come ci viene richiesto dalle autorità europee e come già le parti sociali hanno iniziato a fare. Questo va accompagnato da una disciplina coerente del sostegno alle persone senza un impiego, volta a facilitare la mobilità e il reinserimento nel mercato del lavoro, superandone l’attuale segmentazione. Più mobilità tra imprese e settori è condizione essenziale per assecondare la trasformazione dell’economia italiana e sospingernePag. 9la crescita. È necessario colmare il fossato che si è creato tra le garanzie e i vantaggi offerti dal ricorso ai contratti a termine e ai contratti a tempo indeterminato, superando i rischi e le incertezze che scoraggiano le imprese a ricorrere a questi ultimi. Tenendo conto dei vincoli di bilancio occorre avviare una riforma sistematica degli ammortizzatori sociali, volta a garantire ad ogni lavoratore che non sarà privo di copertura rispetto ai rischi di perdita temporanea del posto di lavoro. È necessario infine mantenere una pressione costante nell’azione di contrasto e di prevenzione del lavoro sommerso.
Uno dei fattori che distinguono l’Italia nel contesto europeo è la maggiore difficoltà di inserimento o di permanenza in condizione di occupazione delle donne. Assicurare la piena inclusione delle donne in ogni ambito della vita lavorativa, ma anche sociale e civile del Paese è una questione indifferibile. È necessario affrontare le questioni che riguardano la conciliazione della vita familiare con il lavoro, la promozione della natalità e la condivisione delle responsabilità legate alla maternità, o alla paternità, da parte di entrambi i genitori nonché studiare l’opportunità di una tassazione preferenziale per le donne.
C’è poi un problema legato all’invecchiamento della popolazione che si traduce in oneri crescenti per le famiglie. Andrà quindi prestata attenzione ai servizi di cura agli anziani, che oggi è una preoccupazione sempre più urgente nelle famiglie, in un momento in cui esse affrontano difficoltà crescenti.
Infine, un’attenzione particolare andrà assicurata alle prospettive per i giovani. Questa sarà una delle priorità di azione di questo Governo, nella convinzione che ciò che restringe le opportunità per i giovani poi si traduce in minori opportunità di crescita e di mobilità sociale per l’intero Paese. Dobbiamo porci l’obiettivo di eliminare tutti quei vincoli che oggi impediscono ai giovani di sfruttare le proprie potenzialità in base al merito individuale, indipendentemente dalla situazione sociale di partenza. Per questo ritengo importante inserire nell’azione di Governo misure che valorizzino le capacità individuali ed eliminino ogni forma di cooptazione. L’Italia ha bisogno di investire sui suoi talenti, e per questo la mobilità è la nostra migliore alleata; mobilità sociale, ma anche geografica, non solo all’interno del nostro paese, ma anche e soprattutto nel più ampio orizzonte del mercato del lavoro europeo e globale.

Politiche microeconomiche per la crescita.

Un ritorno credibile a più alti tassi di crescita deve basarsi su misure volte a innalzare il capitale umano e fisico e la produttività dei fattori.
La valorizzazione del capitale umano deve essere un aspetto centrale. Sarà necessario mirare all’accrescimento dei livelli di istruzione della forza lavoro, che sono ancora oggi nettamente inferiori alla media europea, anche tra i più giovani. Vi contribuiranno interventi mirati sulle scuole e sulle aree in ritardo – identificando i fabbisogni anche mediante i tests elaborati dall’INVALSI – e la revisione del sistema di selezione, allocazione e valorizzazione degli insegnanti. Nell’università, varati i decreti attuativi della legge di riforma approvata lo scorso anno, è ora necessario dare rapida e rigorosa attuazione ai meccanismi di incentivazione basati sulla valutazione previsti dalla riforma.
Gli investimenti in infrastrutture sono fattori rilevanti per accrescere la produttività totale dell’economia. A questo scopo, abbiamo per la prima volta valorizzato in modo organico nella struttura del Governo le politiche di sviluppo dell’economia reale con l’attribuzione ad un unico Ministro delle competenze sullo sviluppo economico, le infrastrutture e i trasporti.
Occorre anche rimuovere gli ostacoli strutturali alla crescita affrontando resistenze e chiusure corporative. In tal senso è necessario un disegno organico volto a:
– ridurre gli oneri e il rischio associato alle procedure amministrative;Pag. 10
– stimolare la concorrenza, con particolare riferimento al riordino della disciplina delle professioni regolamentate, anche dando attuazione a quanto previsto nella legge di stabilità in materia di tariffe minime. Intendiamo anche rafforzare gli strumenti di intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in caso di disposizioni legislative o amministrative, statali o locali con effetti distorsivi della concorrenza e usare l’opportunità offerta dallo strumento della Legge Annuale per il mercato e la concorrenza;
– accrescere la qualità dei servizi pubblici nel quadro di una azione volta a ridurre il deficit di concorrenza a livello locale;
– ridurre i tempi della giustizia civile in modo tale da colmare il divario con gli altri paesi, anche attraverso la riduzione delle sedi giudiziarie;
– rimuovere gli ostacoli alla crescita delle dimensioni delle imprese anche attraverso la delega fiscale.

Un innalzamento significativo del tasso di crescita è condizione essenziale non solo del riequilibrio finanziario, ma anche del progresso civile e sociale. In tal senso, una strategia di rilancio della crescita non può prescindere da una azione determinata ed efficace di contrasto alla criminalità organizzata e a tutte le mafie che vada a colpire gli interessi economici delle organizzazioni e le loro infiltrazioni nell’economia legale.
Il risanamento della finanza pubblica e il rilancio della crescita contribuiranno a rafforzare la posizione dell’Italia in Europa e più in generale la nostra politica estera. Vocazione europeistica, solidarietà atlantica, rapporti con i nostri partner strategici, apertura dei mercati, sicurezza nazionale e internazionale rimarranno i cardini di tale politica. Voglio qui ricordare i nostri militari impegnati in missioni all’estero, le forze armate e i rappresentanti delle forze dell’ordine che sono in prima linea nella difesa dei nostri valori e della democrazia. L’Italia ha bisogno di una politica estera coerente con i nostri impegni e di una ripresa di iniziativa nelle aree dove vi siano significativi interessi nazionali.
La gravità dell’attuale situazione richiede una risposta pronta e decisa nella creazione di condizioni favorevoli alla crescita economica, nel perseguimento del pareggio di bilancio, con interventi strutturali e con un’equa distribuzione dei sacrifici.
Il tentativo che mi propongo di compiere, e che vi chiedo di sostenere, è difficilissimo. I margini di successo sono tanto più ridotti, come ha rilevato il Presidente della Repubblica, dopo anni di contrapposizioni e di scontri nella politica nazionale.
Se sapremo cogliere questa opportunità per avviare un confronto costruttivo su scelte e obiettivi di fondo avremo l’occasione di riscattare il Paese e potremo ristabilire la fiducia nelle sue istituzioni.

(Replica del Presidente del Consiglio dei ministri)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio dei ministri, al quale chiedo di indicare su quale delle mozioni presentate il Governo intenda debba avere luogo la votazione per la fiducia. Prego, senatore Monti (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Italia dei Valori, Popolo e Territorio, Misto-Alleanza per l’Italia e Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud).

MARIO MONTIPresidente del Consiglio dei ministri. Onorevole Presidente, onorevoli deputati, ieri nel rimettere nelle mani dell’onorevole Presidente il testo delle mie dichiarazioni programmatiche ho già rivolto un breve saluto alla Camera dei deputati. Ho avuto modo di ringraziare il Presidente Fini per il ruolo sempre costruttivo e molto utile (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo) con il quale in questi giorni mi ha agevolato, così come il Presidente del Senato, nel mio percorso da novizio, attraverso il processo delle consultazioni e poi della presa di servizio, permettetemi di insistere, presa di servizio.
Desidero in questa sede rinnovare, ma lo faccio con riferimento telegrafico, perché il testo lo trovate nelle considerazioni da me depositate ieri, il mio ringraziamento e saluto deferente al Capo dello Stato (Applausi).
Desidero, in questo momento, rivolgere un pensiero rispettoso e cordiale al Presidente Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania, Unione di Centro per il Terzo Polo e Popolo e Territorio e di deputati del gruppo Partito Democratico), di cui ho molto apprezzato il senso di responsabilità istituzionale e, anche da parte sua, il contributo che ha dato in questi giorni a rendere semplice, per quanto possibile, questa successione a Palazzo Chigi. Lo ringrazio molto per questo.
Sono colpito dal fatto che, sia ieri sia oggi, una persona che so essere molto rispettata da tutti mi abbia usato la grande cortesia di essere presente nella tribuna del Senato ieri e della Camera dei deputati oggi per ascoltarmi: si tratta del dottor Gianni Letta (Applausi). Il dottor Letta ha ricevuto in questi giorni apprezzamenti più elevati istituzionalmente del mio, ma mi permetto di associarmi a queste espressioni.
Nella mia replica, che, ovviamente, sarà breve, mi permetterete, spero, di non riprendere i moltissimi spunti, ma dire spunti è poco, i moltissimi contributi di grande rilievo dal punto di vista dei contenuti delle politiche che sono stati arrecati.
Come è stato chiarito nel programma presentato ieri, ci siamo concentrati, in sede di dichiarazioni programmatiche, sull’essenza, sulla missione di questo Governo, che, ribadisco, intendo e intendiamo come Governo di impegno nazionale. Ciascuno dei ministri avrà poi modo, presto, nelle rispettive Commissioni parlamentari, di interagire e, soprattutto, di ascoltare, in una prima fase, per mettere bene a fuoco, con i vostri contributi, il da farsi.
Sono state notate alcune omissioni nelle dichiarazioni programmatiche. È vero – lo dico paradossalmente – sono volute, perché abbiamo cercato di concentrarci su quella che consideriamo l’essenza e ci siamo anche sforzati di non affliggervi con un’elencazione rituale e, magari, leggermente stucchevole, ma su due o tre punti vorrei dire quanto segue.
Anzitutto, per quanto riguarda il federalismo, devo dire che sia ieri al Senato sia oggi alla Camera ogni tanto avevo dei soprassalti identitari al mio interno, perché mi dicevo: ma tu non sei settentrionale,Pag. 30non sei lombardo, non sei varesino (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro per il Terzo Polo)?
Per quanto riguarda il federalismo, permettetemi di dire che non vedo alcuna contraddizione tra il rispetto per quanto è stato già deciso in materia di federalismo, che, ovviamente, il Governo intende seguire da vicino nel processo di attuazione, per quanto riguarda, in particolare, il federalismo fiscale, e l’avere rivolto una specifica attenzione alla coesione territoriale, che, se permettete, è un valore che interessa tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo e Futuro e Libertà per il Terzo Polo). Poi, dipende dalle modalità con cui viene realizzato e su questo, come su tutti gli altri temi, saremo aperti alla critica e al dibattito.
Del valore costituzionale delle autonomie speciali ho già detto ieri in Senato.
Per quanto riguarda gli italiani all’estero, ai quali – e per questo sono grato a tutti i gruppi politici – ho dedicato tempo nel mio interesse, perché avevo bisogno di imparare, e non ho certo finito di farlo in pochi giorni, come ho avuto modo di dire loro quando li ho consultati, sento molto il tema non tanto nei suoi aspetti problematici, ma, soprattutto, nel suo significato di ricchezza del Paese. Del resto, ho avuto io stesso l’esperienza di italiano all’estero per dieci anni, quando ho lavorato alla Commissione europea, per cinque anni su designazione del Presidente Berlusconi, per cinque anni su designazione del Presidente D’Alema, permettetemi di ricordarlo in questo momento e di ringraziarli per la fiducia che mi diedero all’epoca (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Partito Democratico).
Ebbene, quindi anche per esperienza diretta, ho visto alcuni problemi degli italiani all’estero. Questo tema, nella mia memoria personale e familiare, va molto più indietro, perché io, nato a Varese, avevo un padre nato in Argentina, figlio di emigrati italiani, italiani all’estero in Argentina. Scusate questi riferimenti personali. Per chiudere sugli aspetti personali, uno degli intervenuti questa mattina mi ha detto: «Scusi se la chiama ancora professore». Vi prego, continuate pure a farlo perché quello di Presidente del Consiglio è un altro mio titolo che durerà poco e quindi, come diceva una volta un mio eminente predecessore, il senatore a vita Giovanni Spadolini, i presidenti passano, i professori restano(Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Italia dei Valori, Popolo e Territorio, Misto-Alleanza per l’Italia, Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud e Misto-Liberali per l’Italia-PLI).
Durerò e dureremo poco, dureremo non un minuto di più del tempo nell’arco del quale questo Parlamento ci accorderà la fiducia. La mia intenzione, naturalmente, è di proiettare la mia squadra di Governo, la nostra collaborazione, sulla prospettiva che va da qui alle elezioni. Non mi accingerei neanche ad andare oltre, questo l’ho chiarito a tutti, con schiettezza. È un compito già quasi impossibile quello che ho l’onore di ricevere, ma ci riusciremo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori).
Naturalmente, non avrei neanche potuto prendere in considerazione l’idea di accettare un compito di questo genere, nel quale coinvolgo personalità di primo rilievo sul piano professionale ed istituzionale, con la predeterminazione di una durata più breve di questa. Naturalmente durerò e dureremo quanto la vostra fiducia in noi. Se fosse possibile rendere questo concetto di profonda dipendenza del Governo dal Parlamento con espressioni diverse da quella di «staccare la spina», ne sarei grato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Italia dei Valori, Misto-Alleanza per l’Italia e Misto-Liberali per l’Italia-PLI) perché, di nuovo,Pag. 31avremmo dei problemi di identità. Non ci consideriamo un apparecchio elettrico e poi saremmo, forse, incerti se essere un rasoio o un polmone artificiale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Italia dei Valori, Misto-Alleanza per l’Italia e Misto-Liberali per l’Italia-PLI).
Rivolgo brevissime considerazioni, infine, signor Presidente, sui temi per i quali la forza politica, che profondamente rispetto, ha dichiarato la propria opposizione anche se ha promesso – e ne sono sicuro – un atteggiamento costruttivo, ha motivato il proprio non sostegno e la propria opposizione. Su un punto essenzialmente, su tutti gli altri saremo messi alla prova.
Permettetemi di reagire, tuttavia, in modo molto chiaro e netto – lo faccio non tanto per me quanto per i miei colleghi di Governo – sulle questioni conflitto di interessi, poteri forti ed altre espressioni di pura fantasia che considero offensive (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della LibertàPartito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori).
Sono anch’io convinto che molta parte della responsabilità della crisi, finanziaria prima, economica poi, sociale adesso, in parte politica, che attraversa il mondo, l’Europa e l’Italia, sia dovuta a gravissimi vizi di funzionamento delle istituzioni finanziarie e dei mercati. Credo che una delle cose che dovremo tutti sforzarci di fare, in particolare noi italiani – questo vale per le istituzioni ma vale anche per gli individui – è di abituarci a trovare meno facilmente le responsabilità altrui e a guardare un po’ di più in noi stessi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della LibertàPartito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori).
Questa mattina ho visto un gruppo di bambini delle scuole che osservavano i nostri lavori. Non certo di questo Parlamento, che è molto responsabile, che ha fatto in questi anni un lavoro importante di inizio del risanamento della finanza pubblica, ma pensavo: cosa penseranno quei bambini se si dicesse loro che è il resto del mondo che ci ha messo nei problemi e non decisioni prese per decenni in quest’Aula, in un’altra Aula e da parte dei Governi che si sono succeduti? Con le migliori intenzioni magari, ma quando c’era poca attenzione ai temi dell’equilibrio della finanza pubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà,Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori).
Vi assicuro, onorevoli deputati, che quella stessa garbata insistenza, che ho nel suggerire di guardare prima di tutto le responsabilità che stanno in ciascuno di noi, l’applicherò e la sto applicando anche alla parte dell’Italia alla quale noi apparteniamo: la società civile. Troppo facilmente la società civile punta il dito contro la classe politica. Io di questo sono indignato (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della LibertàPartito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori)!
Penso che la missione, che forse ci accorderete, è quella di prolungare, intensificare, in parte ribilanciare il lavoro di risanamento, di puntare di più alla crescita. Ma nel breve periodo di permanenza al Governo, credo che noi ci sentiremo alla fine veramente contenti, se vi avremo aiutati ad accrescere – uso il verbo «accrescere» – la credibilità delle istituzioni presso i nostri concittadini(Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della LibertàPartito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Popolo e Territorio e Italia dei Valori).
Pertanto da questo punto di vista ci sentiamo veramente in spirito di servizio e, come credo a questo punto io abbia chiarito in questi giorni fino alla noia, in atteggiamento di umiltà, ma anche di determinazione evidentemente, per favorire una, almeno parziale, deposizione delle armi presso le forze contrapposte, il che speriamo possa agevolare la presa di decisioni e la spiegazione ai nostri concittadiniPag. 32anche di decisioni non facili e non gradevoli nel breve periodo (Commenti del deputato Torazzi).
Un’ultima considerazione a proposito di conflitti di interessi e di poteri forti, e così via. A parte che di poteri forti, lo dico con molto rispetto, in Italia non ne conosco, magari l’Italia avesse un po’ di più qualche potere forte (Applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Partito Democratico).
Se per poteri forti intendiamo quelli veri, ci sono alcuni poteri forti nel mondo ed io ho avuto il privilegio di vederli quasi tutti i veri poteri forti del mondo nelle mie funzioni di Commissario alla concorrenza. Gli onorevoli che hanno manifestato dubbi sulla mia indipendenza di giudizio (Commenti di deputati del gruppo Lega Nord Padania) e di azione, magari molti di loro sono giovani, quindi, può darsi non ricordino le vicende di dieci anni fa, ma questi poteri forti se le ricordano ancora(Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Popolo e Territorio e Italia dei Valori).
Il giorno in cui proibii una fusione tra due grandissime società americane, benché fosse intervenuto anche pubblicamente il Presidente degli Stati Uniti su di me,The Economist scrisse: «Il mondo degli affari americano considera Mario Monti il Saddam Hussein del business». Scusate questa considerazione, ma capirete, quindi, perché siamo leggermente disturbati, ma tocca a noi dare la prova che voi non avete ragione da queste allusioni (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Popolo e Territorio e Italia dei Valori).
Onorevole Presidente, noi siamo in atteggiamento come ho detto di umiltà e di servizio. Solleciteremo e apprezzeremo il contributo attivo, anche critico, da parte di tutti. Noi non vi chiediamo, io non vi chiedo una fiducia cieca. A tutti chiediamo una fiducia non cieca ma vigilante. Pensiamo che se noi faremo un buon lavoro, nel darci o ritirarci la fiducia, forse voi dovrete anche tener conto di quali sono le conseguenze per quanto riguarda la fiducia dei cittadini in voi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Misto-Alleanza per l’Italia – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Tutto il nostro lavoro sarà ispirato dall’obiettivo di avere un’Italia più forte, più degna e più fiduciosa come Italia europea. Sono lieto, infine, di annunciare, a coloro che suggeriscono – e condivido interamente questo suggerimento – di far valere di più il pensiero, le ragioni e la forza dell’Italia nelle sedi europee, sono lieto di annunciare che la settimana prossima avrò due visite: una a Bruxelles alle istituzioni comunitarie e l’altra che ho concordato telefonicamente ieri, su loro proposta, con il Presidente Sarkozy ed il Cancelliere Merkel, di un incontro a tre per avere, d’ora in poi, permanentemente, il contributo dell’Italia nella soluzione dei problemi dell’euro

Lascia un Commento se vuoi contribuire al contenuto della informazione

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.