Radio Radicale è una delle emittenti più significative della storia della comunicazione politica in Italia, fondata tra la fine del 1975 e l’inizio del 1976 da un gruppo di militanti radicali in un appartamento a Roma.
La radio è emersa in un contesto di liberalizzazione delle trasmissioni radiotelevisive, caratterizzandosi per un approccio innovativo e libertario, diverso dalle altre radio libere dell’epoca. Fin dall’inizio, Radio Radicale ha rifiutato il termine “controinformazione”, cercando di dimostrare come fosse possibile fornire un servizio pubblico di informazione imparziale e professionale[1][2].
Origini e Sviluppo
La prima trasmissione di Radio Radicale andò in onda il 26 febbraio 1976. Inizialmente, la radio trasmetteva solo a Roma, ma successivamente si espanse con stazioni a Torino, Firenze e Napoli, tutte legate al Partito Radicale. Questa scelta di fondare una radio anziché un giornale rifletteva la volontà di Marco Pannella, il carismatico fondatore, di raggiungere anche gli strati meno acculturati della popolazione[2].
Nel 1979, Radio Radicale iniziò a creare una rete nazionale, unendo le sue stazioni locali e acquistando frequenze su tutto il territorio italiano. Le trasmissioni includevano dirette dal Parlamento e dai tribunali, rendendo la radio un punto di riferimento per l’informazione politica[1][2].
Innovazioni e Caratteristiche
Radio Radicale ha introdotto un modello di informazione politica innovativo, garantendo la trasmissione integrale degli eventi istituzionali senza alcun taglio o mediazione. Questo approccio ha permesso agli ascoltatori di “conoscere per deliberare”, seguendo la famosa frase di Luigi Einaudi. La radio ha anche sviluppato programmi come rassegne stampa e interviste dirette con politici[1][2].
Un momento cruciale nella sua storia avvenne nel 1986, quando le telefonate degli ascoltatori furono trasmesse senza filtri, dando vita al fenomeno di “Radio Parolaccia”, che mostrò un volto inedito dell’Italia[1]. Nel 1994, Radio Radicale ottenne finanziamenti pubblici per la trasmissione dei lavori parlamentari, diventando così l’unica emittente a presentare una gara per questo servizio[2].
Archivio e Riconoscimenti
Nel corso degli anni, Radio Radicale ha accumulato un vasto archivio sonoro che è stato riconosciuto come “di notevole interesse storico” dalla Soprintendenza Archivistica del Lazio. Questo archivio rappresenta una risorsa preziosa per la storia politica e sociale italiana contemporanea[1][2]. Nel 1998, Radio Radicale ha anche lanciato il suo sito web, diventando il primo in Italia a pubblicare video di attualità online[3].
Conclusione
Oggi, Radio Radicale continua a essere un simbolo di libertà di informazione e impegno civico in Italia. La sua storia è segnata da innovazioni significative nel panorama dei media italiani e da un costante impegno per garantire l’accesso alla democrazia attraverso l’informazione.
Citations:
[1] https://www.radioradicale.it/pagine/storia
[2] https://www.iltascabile.com/societa/radio-radicale/
[3] https://www.radioradicale.it/pagine/questo-sito
[4] https://www.radioradicale.it/scheda/566854/radio-radicale-la-sua-storia-il-il-suo-modo-di-fare-informazione-larchivio
[5] https://www.jstor.org/stable/24651673
