Andate a vedere questo film, senza l’idea di dover esprimere micromegalomaniaci (Carmelo Bene) giudizi critico-estetici . Lasciatevi prendere dai silenzi, dai gesti che dicono molto di più delle parole. E’ una storia di solitudine che trova una via di uscita attraverso un incontro con una persona e con un lavoro che richiede pazienza, oltre che gusto artistico. Lasciatevi commuovere dagli occhi della ragazza che corre avanti e indietro con il suo motorino per sopravvivere. Osservate come la ricamatrice-nuova madre guarda la ragazza e l’aiuta e riprendere contatto con la vita, anche se lei ha appena perso il figlio. La storia vi sottopone una possibilità: si può ri-imbastire la vita, proprio come in un ricamo. Spero di vedere altri film di Eléanore Faucher. E’ brava, sa usare la cinepresa, sa scegliere gli attori, sa raccontare una storia.
Dice Prisma di questo film: Il ricamo insegna anche a guardare lontano e che si possono sognare figure su un telo bianco…

