A due battute di elicottero e 3 ore di motoscafo dalla Puglia c’è un’area geopolitica, il cui presidente Thaci è capocordata di traffico della droga, che si chiama Kosovo e che da qualche giorno si è proclamata in modo unilaterale stato indipendente.
La prima reazione è del nazilocalista Borghezio che ha dichiarato: la prossima tappa sarà la Padania.
Ricordo che ad innescare il bagno di sangue genocida nella ex Jugoslavia fu la proclamazione unilaterale da parte del consiglio d’Europa della Slovenia.
Non sarà indifferente avere a giro d’orizzonte uno stato che farà da base per i vari traffici criminali della attuale congiuntura storica (prostituzione, forza lavoro, droga).
Non ho una cultura di politica internazionale sufficiente per osservare e valutare questi passaggi.
Ma ho un consulente personale. Sì: un consulente personale che già mi aiutò a dipanare qualche filo della matassa sul terreno Israele e palestinesi. Si chiama Silendo: e consiglio di interpellarlo quando è necessario.
Gli ho chiesto una scheda sulla situazione.
La riporto qui, sul blocco degli appunti.
Ciao Silendo. Mi fai una scheda sulla situazione del Kosovo?
Il Kosovo è una provincia a maggioranza albanese inserita in uno stato slavo, la Serbia appunto.
Sicuramente ricorderai il recente passato fatto di scontri, vittime, vendette, pulizia etnica.
Maurizio Molinari ha perfettamente ragione. Il Kosovo è di fatto uno Stato-mafia con un sistema economico legale ridotto al lumicino ed un sistema economico illegale di proporzioni consistenti.
La dirigenza è nella sostanza fatta di criminali, Thaci in primis.
Gli USA (e l’Unione Europea al seguito) spingendo (ed accettando) l’indipendenza hanno commesso un errore di cui pagheremo le conseguenze negli anni futuri.
Innanzitutto perchè viene meno il principio di sovranità statale che è alla base del sistema internazionale moderno. Si afferma, invece, il principio di auto-determinazione dei popoli. Questo implica che teoricamente tutte le minoranze (e l’Europa è un mosaico di minoranze) si potrebbero sentire legittimate a dichiarare la propria indipendenza.
Chi potrebbe, in via di principio, opporsi dopo il Kosovo ?
Ma non solo. Si sta venendo a creare uno Stato autonomo stile “Tortuga” alle porte di casa nostra con evidenti implicazioni riguardanti la sicurezza.
E’ un errore strategico di tali proporzioni che ancora stento a crederci.
E perchè gli Stati Uniti (presidenza Clinton) hanno promesso e poi sostenuto questa indipendenza unilaterale?
Perchè gli americani hanno spinto per avere un Kosovo indipendente ? Per frammentare la Serbia filo-russa.
Divide et impera, hai presente ?
A questo poi si legano interessi vari ma la motivazione di base, sia per l’Amministrazione Clinton che per quella Bush, è questa. A riprova, per inciso, che gli interessi geopolitici sono costanti e non variano a seconda delle Amministrazioni e dei Presidenti.
Sulla questione della razionalità, e più in generale, del processo decisionale, in materia di politica estera sono stati scritti fiòr di trattati e tanti ne verranno ancora scritti.
Il punto è che le scelte politiche non sono razionali. Sono frutto di un bilanciamento/scontro di interessi, di soggetti e di istituzioni diversi. Il risultato finale, quindi, non è quasi mai il “più giusto”, diversamente da quello che la maggior parte delle persone è portata a credere.
Tieni anche presente che l’orizzonte temporale sul quale ragionano i decisori non è quasi mai quello lungo. E’ quasi sempre, invece, quello medio o corto.
In sostanza si ragiona sulla base dell’interesse (quasi) immediato o comunque non sulla base di eventuali interessi di lungo periodo.
Gli USA, ad esempio, hanno tutto l’interesse ad avere una Serbia incapace e supina. Prestano poca attenzione al fatto che l’indipendenza del Kosovo potrebbe portare contraccolpi negativi in un futuro. E per giunta non a loro ma agli europei.
Mi spiego ?
I serbi, secondo me, possono fare poco. Tranne qualche dimostrazione diplomatica.
Per la Russia, invece, la situazione è più complessa e prescinde da elementi contigenti.
Mi spiego. La dirigenza moscovita non è anti-occidentale. Soprattutto non è anti-americana.
Solo che non ragiona in termini di subalternità. I russi si vedono ancora come un potenza internazionale. Puntano a condividere tale status con gli USA e non ad affermarlo in contrapposizione ad essi.
Il fatto è che la strategia di Bush (ed in parte anche quella di Clinton) punta invece a frammentare il più possibile la Russia, limitandone la forza e restringendone il campo d’azione.
Ora, questa cosa del Kosovo ovviamente viene letta dalla dirigenza come l’ennesimo rifiuto delle offerte (di condivisione) russe.
A prescindere quindi dalle contromosse contingenti il punto rilevante è l’effetto che questo avrà nell’atteggiamento, nel comportamento, da parte moscovita.
Tieni presente, infatti, che la dirigenza russa non è “monoblocco” granitico. Anche lì ci sono correnti di pensiero “imperiali” che vedono gli americani come nemici e non come partner.
Washington, negli ultimi anni, sta erodendo le posizioni filo-occidentali a vantaggio di quelle “imperiali”.
Eccoci al punto: l’Italia non produce energia per i suoi bisogni. La compera dalla Russia, dalla Libia, dalla Francia, perfino dalla Svizzera.
Ecco il futuro prossimo venturo.
Ed ecco un ottimo motivo per ridurre la natalità e non per aumentarla, come grida Maurizio Ferrara.
