Se guardiamo alla storia della seconda Repubblica, non è difficile riconoscere le tre strategie. Nella breve stagione che va dal 1992 al 1998, ossia dalla svalutazione della lira all’ingresso in Europa, prevaleva l’attacco. I problemi venivano riconosciuti e affrontati a viso aperto, indipendentemente dal colore politico dei governi.Sono gli anni della finanziaria da 90 mila miliardi (governo Amato), della riforma delle pensioni (governo Dini), del protocollo sulla politica dei redditi (governo Ciampi), della modernizzazione del mercato del lavoro (governo Prodi), dell’ingresso in Europa (ancora Ciampi e Prodi). Nel biennio 2006-2008, invece, prevalse la fuga. Il secondo governo Prodi anziché approfittare della congiuntura favorevole scelse di aggravare i problemi: con la Finanziaria 2007 aumentando una pressione fiscale già altissima e affrettando la crisi; con quella del 2008 pianificando un deficit maggiore di quello tendenziale e contro-riformando le pensioni.In tutto il resto dell’ormai lungo periodo che va da Mani pulite (febbraio 1992) a oggi la strategia dominante è la simulazione della morte. Nonostante alcuni timidi tentativi di affrontare i nodi strutturali dell’Italia (soprattutto nel biennio 2003-2004), il registro dominante è il non fare, o meglio il fare tante, tantissime, piccole cose, nessuna delle quali va al cuore dei problemi …
…. Sia nel 2008 sia nel 2009, tornato Tremonti al timone dell’economia, il cardine della legge Finanziaria è il non intervento, la ferma volontà di non modificare gli andamenti tendenziali dell’economia. Né la pressione fiscale, né la spesa pubblica, né i saldi fondamentali vengono toccati in modo significativo dall’azione di governo. Siamo in apnea, aspettiamo che torni l’ossigeno, nel frattempo qualsiasi movimento va evitato perché può risultare controproducente. Un mirabile esempio di simulazione della morte ….
da:
Ma il tappo non è Tremonti – LASTAMPA.it
