Il controllo sulla gestione finanziaria dell’INPS, esercizio finanziario 2008
La gestione finanziaria dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) chiude in positivo, grazie ai principali effetti della confermata dinamica espansiva delle contribuzioni e all’incremento dei trasferimenti statali, pari a un terzo delle entrate, migliorando l’avanzo finanziario, quello di amministrazione e il netto patrimoniale. L’avviata riorganizzazione dell’ Istituto ha comportato la riduzione da 28 a 12 degli uffici di vertice della Direzione generale, l’ampliamento dei compiti delle Direzioni regionali e l’eliminazione di quelle sub-provinciali, ma per la Corte tanti sono ancora i punti di criticità. Il personale è passato negli ultimi 15 anni da 45 mila a 27 mila dipendenti riducendosi, quindi, drasticamente e producendo, conseguentemente, sovraccarichi di lavoro. La conseguenza di una tale riduzione è che accanto alle attività ordinarie possono essere messe a rischio anche quelle più delicate, quali le ispezioni-antisommerso. La Corte richiama l’attenzione sui conti che registrano un deficit ancora imponente e sulla necessità di una maggiore riflessione sulla sostenibilità della spesa previdenziale obbligatoria che quest’anno costerà il 15% del Pil e che per i prossimi anni prevede una crescita dell’1,8%, a cui vanno aggiunti gli interventi extra imposti dalla frenata dell’economia. Inoltre, la Corte, mette in evidenza come la tenuta del bilancio dell’istituto previdenziale, nel breve e medio periodo, risulta esposta alla rallentata dinamica delle entrate contributive, alla mancata dilatazione strutturale delle pensioni e alla forte pressione delle prestazioni a sostegno del reddito, almeno sino al miglioramento dell’attuale quadro macroeconomico. Rimane priorità dell’Ente la dismissione del proprio patrimonio immobiliare che registra ancora una negatività pari a 123,4 miliardi. La Corte auspica una ulteriore revisione della governance dell’Istituto, una rivisitazione delle regole previdenziali, un innalzamento dell’età pensionabile, e un aumento del peso delle collaborazioni con i Caf, gli enti locali e gli altri istituti previdenziali.
