In Veneto Comunione e Liberazione ha scelto, e ha scelto ancora una volta centrodestra. Nessuna novità, all’apparenza, ma Cl, e il suo braccio secolare, la Compagnia delle Opere, aveva una alternativa di area cattolica nella corsa alla presidenza della regione “bianca” per eccellenza. Si tratta del candidato dell’Udc, unica lista dichiaratamente confessionale in lizza, Antonio De Poli. A ciò va aggiunto che il candidato del Pdl in Veneto è Luca Zaia, il ministro leghista delle politiche agricole dal forte appeal mediatico. Ma pur sempre leghista, espressione quindi di un partito che ai vertici della Chiesa pone più di qualche interrogativo in materia di solidarietà sociale, accoglienza ai migranti, ordine pubblico, rapporti con l’Islam, tutela delle minoranze. Ma si sa, Cl è sempre stato un movimento molto secolarizzato dal punto di vista delle scelte politiche, nonostante il suo integralismo in campo ecclesiale. E infatti anche in Veneto, dove pure ha quasi sempre sostenuto candidati di destra, è capitato che il movimento fondato da don Giussani abbia fatto convergere i propri voti anche sul centrosinistra. Per esempio a Padova, dove il sindaco del Pd Flavio Zanonato (invitato al meeting di Rimini nel 2008) ha ricevuto, un po’ a sorpresa, un secondo mandato da parte dei suoi concittadini anche grazie al sostegno di Comunione e Liberazione. E poi c’è la questione di Venezia, dove pare che il movimento cattolico sia orientato a sostenere Giorgio Orsoni, candidato dal Pd (cattolico praticante e primo procuratore della Basilica di San Marco) a fronteggiare l’esponente Pdl (nonché ministro della Funzione Pubblica) Renato Brunetta (laico, ex socialista) per la corsa alla poltrona di sindaco della Laguna. Ma anche il fatto che, nonostante la sua appartenenza a Cl, il patriarca di Venezia, card. Angelo Scola, che è anche presidente della Conferenza episcopale del Triveneto, in questi anni, ha intrattenuto ottime relazioni con il governatore uscente Giancarlo Galan (Pdl); coltivando, di pari passo, cordiali rapporti con il sindaco uscente Massimo Cacciari.
“Il nostro atto di fiducia non è una scelta di campo definitiva né tantomeno un’adesione generalizzata alla politica della Lega”, ha puntualizzato al Mattino di Padova (10/3) Graziano Debellini, leader storico dei ciellini veneti, primo presidente della Compagnia delle Opere, già consigliere di amministrazione del Sabato: “Diciamo che, al contrario del Pdl che è autoreferenziale, la visione comunitaria di Zaia confida nell’individuo e chiama la libertà con l’equivalente semantico della sussidiarietà. Non risponde a una logica statalista, è dalla parte dell’uomo, in fiducia e ottimismo”. Il sostegno a Zaia, insomma, farebbe pendant con l’allontanamento del movimento di Giussani dal Pdl del Veneto, di cui si parla da tempo.
VENETO: COMUNIONE E LIBERAZIONE SCEGLIE LEGA. E RAFFREDDA I RAPPORTI COL PDL
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